Roma, schiacciata da un albero insieme al figlio, il calvario di Altea: «Voglio giustizia»

Roma, schiacciata da un albero insieme al figlio, il calvario di Altea: «Voglio giustizia»
di Adelaide Pierucci
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Lunedì 16 Ottobre 2017, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 10:03

Per liberarla dal peso dell'albero erano dovuti intervenire i vigili del fuoco con le motoseghe. Con un braccio penzoloni, il bacino fratturato, schiacciata dal tronco, Altea Calixtro Laungayan, 30enne romana di origine filippina, si aggrappava solo a una consolazione: al pianto disperato del figlio, rimasto abbracciato a lei, sotto le fronde. Non era morto, l'aveva protetto col braccio. Una data indimenticabile per la famiglia: il 5 gennaio di quest'anno. Sono le tre e mezza e la signora assieme al marito, Simone Coccia e al loro piccolo, Daniel, tre anni, escono dal Luneur. Lui è un passo avanti, lei lo segue col bambino in braccio. Un pino alto 20 metri si schianta all'improvviso su via dell'Artigianato e colpisce la donna. Da allora, in dubbio se sentirsi fortunata, per essersi salvata assieme al figlio, o particolarmente sfortunata, perché ancora costretta a muoversi con un busto dopo 3 mesi di ricovero in ospedale, di sicuro si sente abbandonata. L'inchiesta aperta dalla procura è ai primi passi. E nessuno le ha mai dato una giustificazione. Né offerto un risarcimento.

IL CALVARIO
È stata prima ricoverata al Sant'Eugenio e poi al San Raffaele. Tre mesi inchiodata al letto, lontana dal figlio. Mentre Daniel voleva la mamma ed era terrorizzato dal buio e dal vento. Non perché quella giornata fosse particolarmente ventosa. «Temeva il fruscio, il fischio, lo schianto dell'albero», ricostruisce Altea. «È rimasto scioccato». «Ha bisogno di coccole e rassicurazioni Daniel, ma a malapena posso prenderlo in braccio - aggiunge - Al lavoro poi, faccio la commessa, devo restare tutto il turno in piedi col busto. Ora voglio giustizia e che qualcuno paghi per quello che è successo». Il pm Maria Bice Barborini procedeva per due reati: danneggiamento e lesioni. Il primo è stato archiviato: il pino aveva colpito anche le auto parcheggiate, ma nessuno ha fatto denuncia. Mentre il fascicolo per le lesioni è stato dirottato al giudice di pace. «Quello che è accaduto è gravissimo tanto in fatto quanto in diritto - dice l'avvocato Alessandro Pietrini - È pazzesco che una passeggiata possa trasformarsi in tragedia per la negligenza e l'incuria di chi ha il dovere di svolgere la manutenzione». Resta, intanto, da accertare di chi sia la responsabilità. Eur S.p.A., proprietaria del terreno, ha chiarito di «aver concesso l'area a un terzo nel 2008».