Caos all'Opera, orchestra e coro tutti con Muti: «Ma questo Ernani si farà»

Caos all'Opera, orchestra e coro tutti con Muti: «Ma questo Ernani si farà»
di Rita Sala
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Lunedì 25 Novembre 2013, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 09:10
Se un bookmaker dovesse esprimersi sull’eventualit che lo sciopero proclamato dai sindacati faccia saltare la “prima” di Ernani al Teatro dell’Opera di Roma, darebbe una quotazione di 10 a 1. I sindacati, confermando l’agitazione ieri in assemblea, sembrano solo voler rispondere alla perdurante latitanza del sindaco Marino. Il quale non parla, non replica, non riceve i manifestanti schierati in piazza del Campidoglio, non lascia sapere nulla riguardo alla Fondazione lirica di cui è il presidente.

A differenza del ministro Bray, che si è invece espresso con chiarezza, ieri sul Messaggero, dichiarandosi dalla parte dei lavoratori dell’Opera e di Riccardo Muti. E ha incitato tutti a procedere con serenità («Il commissariamento non ci sarà. Il maestro deve lavorare in assoluta tranquillità, nulla turbi il suo percorso artistico, che ha realmente valorizzato questa grande istituzione. I lavoratori sappiano che il ministro è al loro fianco).



ORCHESTRA E CORO

Le masse artistiche del Teatro adorano Muti. Orchestra e Coro sono stati e sono attorno a lui con la migliore attitudine e continuano ad esprimersi ai livelli di rilievo internazionale ai quali il maestro li ha portati. Anche ieri, durante gli intervalli della prova generale di Ernani (magnifico lo spettacolo, musica innervata di passione, impeto e sapienza; regia e costumi, di Hugo De Ana, degni dei sontuosi universi della Spagna di Velazquez), le prime parti dell’Orchestra e gli artisti del Coro facevano notare come oggi, sul t6ema dello sciopero, ci sia una nuova riunione, convocata dalla direzione del Teatro.

Il bookmaker, facendo capolino da uno dei palchi del Costanzi, continua a dare la sua quota: 10 a 1. L’impressione, insomma, è che l’Ernani si farà, eccome. Del resto proprio i rappresentanti sindacali, nei giorni scorsi, hanno dichiarato: «Sciopero sulla “prima” di Ernani? Non siamo mica matti. Noi vogliamo solo diffon dere i dati reali sulla situazione del Teatro, che è sano, e sapere che il sindaco Marino ne prende atto. Scioperare sull’Ernani con Muti sarebbe un atto di masochismo. La “prima” dovrà essere invece una conferma del livello internazionale che, grazie al maestro, l’Opera ha raggiunto e intende mantenere. Vogliamo continuare così, non accettiamo che qualcuno abbia la volontà di riportarci in serie C».



IL MAESTRO

«Voglio parlare solo di musica» dice Muti, che si è mantenuto fin qui silenzioso, concentrato, autorevole nel tenere unito il Teatro durante le prove dello spettacolo inaugurale. È comunque chiaro che il maestro non intende rivivere giorni e situazioni simili a quelli trascorsi alla Scala di Milano. Né lascerà che alcuno strumentalizzi in nessun senso la sua figura. Sa bene, altresì, che Orchestra e Coro romani gli sono totalmente devoti.

La temporanea conferma dello sciopero, anche se solo formale e in odore di rientro (il bookmaker continua a dare 10 a 1), non può avergli fatto piacere. Il lavoro fatto su Ernani, davvero mirabile - se ne sono accorti tutti coloro che ieri hanno assistito alla generale - meritava meno stress, vita più piana. Ma proprio Muti, in un altro momento difficile della Cultura e della Musica italiane, riuscì a far mutare all’allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, l’intenzione di abbattere la scure dei tagli sulle Fondazioni liriche. «Questo Nabucco - dirigeva allora il Verdi del Va’, pensiero, e parlò in pubblico, prima del bis del coro chiestogli a gran voce dal pubblico - non deve diventare la celebrazione della fine di ciò che di meglio il nostro Paese possiede».

C’è da credere (10 a 1!, urla il bookmaker) che la sua opinione non sia cambiata. L’Ernani, come ha assicurato il ministro, sancirà con ogni probabilità la prosecuzione del grande viaggio che Muti ha progettato e sta effettuando con il Teatro lirico della Capitale.

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