Mafia Capitale, bar vietato per gli imputati ai domiciliari

Mafia Capitale, bar vietato per gli imputati ai domiciliari
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Maggio 2016, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 12:33

Vietato comprare il panino fuori dall'aula bunker. Stretta sui pasti per gli imputati ai domiciliari di Mafia Capitale. Il giudice Rosanna Ianniello, presidente della X sezione penale, ieri, alla sessantanovesima udienza del maxi processo, alle tre in punto - e quindi alla riapertura dell'udienza subito dopo la consueta pausa pranzo - ha dato una disposizione inaspettata: «Basta con i pranzi fuori dall'aula.
Da domani per gli imputati ai domiciliari che rimetteranno piede fuori scatterà l'evasione». Ossia l'arresto in flagranza di reato. Avviso subito recepito. In caso di violazione, infatti, i detenuti ai domiciliari si ritroverebbero in carcere in un battibaleno e per un panino.

LE PASSEGGIATE
Addio quindi anche alla passeggiata di pochi metri per comprare al discount di fronte all'aula bunker di Rebibbia un pezzo di pizza o un frutto, percorsi talvolta, e senza mai rivolgere la parola a chicchessia da Alessandra Garrone, la compagna di Salvatore Buzzi, il ras economico della presunta cupola romana, relegata ai domiciliari ormai da un anno e mezzo. Anzi la bacchettata è arrivata dritta a lei. «Faccia particolare attenzione l'imputata Garrone» l'ha avvertita il presidente. Ordine poi rigirato agli altri: «Ricordo a tutti coloro che hanno la misura degli arresti domiciliari» ha detto il giudice, «che possono percorrere solo il tratto strettamente necessario da casa all'aula. Non sono ammessi giri extra, neanche per il pranzo». Il legale della Garrone Alessandro Diddi ha poi dichiarato: «La ritengo un'applicazione rigorosa ed eccessiva di una regola che la signora Garrone non merita perché ha sempre osservato qualsiasi prescrizione che le è stata imposta».

SOLO SPACCIO
Da oggi pranzo al sacco per o panino allo spaccio dell'aula bunker. Perciò per gli imputati su cui grava la decisione del tribunale di non uscire dall'aula l'unico «svago» resterà quello di arrivare in udienza con i propri mezzi. L'ex consigliere comunale (Pd) Pierpaolo Pedetti, ciclista professionista in gioventù, pedala ogni giorno da Monte Mario a San Basilio per essere presente in udienza. Mentre Michele Nacamulli, Sandro Coltellacci, l'ex ad di Ama Giovanni Fiscon, la stessa Garrone arrivano con i mezzi o un'utilitaria, e Angelo Scozzafava, alto funzionario del Sant'Andrea, col Suv di famiglia.
 
Il MINISINDACO
Quella di ieri non è stata solo la giornata degli prescrizioni. Ma un'udienza cruciale per la difesa dell'ex minisindaco del X municipio Andrea Tassone. L'avvocato Antonio Palma, ha incalzato il capitano del Ros Federica Carletti per cercare di ribaltare la tesi della procura. Secondo la ricostruzione del legale, a ritmo serrato, non ci sarebbe stata alcuna mazzetta da 30mila euro al presidente del Municipio per favorire le coop della cupola romana nelle gare sul verde e le spiagge del lido di Ostia ma solo un contributo elettorale di 5000 euro, che risulta tracciato, versato ad un'associazione politica.

LE INTERCETTAZIONI
A dirlo, secondo la ricostruzione di Palma, è lo stesso presidente della 29 giugno in due intercettazioni: una del 16 maggio 2014 e un'altra ambientale di tre giorni prima. «Noi nell'ambito de sta' monnezza, già semo arrivati a 43mila euro» dice Buzzi «Tassone 30. 'Europee adesso?', chiede Caldarelli. 'Europee', conferma Buzzi, perché noi pagamo tutti'». Secondo il legale di Tassone, però, sulla cifra di 30 mila euro ci sarebbe stato un errore da parte dello stesso Buzzi. Tre giorni prima, in una ambientale il ras delle coop era stato più preciso. «Perché la campagna costa 40 mila euro» dice Buzzi, captato dalle cimici del Ros il 13 maggio 2014 «25 mila euro più 5 a Ostia, 30mila euro, 25 su Roma per Umberto e 5 su Tassone a Ostia».