Via Nazionale, l’associazione ciclisti: «Il tram è pericoloso, meglio i bus»

Fausto Bonafaccia presidente di Biciroma si schiera contro il Termini-Vaticano-Aurelio

Via Nazionale, l’associazione ciclisti: «Il tram è pericoloso, meglio i bus»
di Fernando M. Magliaro
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Martedì 31 Ottobre 2023, 00:27

Tram e bici: pessima combinazione. «Come ciclisti, noi riteniamo che il tram non sia il mezzo giusto per Roma e pensiamo che il progetto del Tva non sia la soluzione giusta per la città». La bocciatura arriva da Fausto Bonafaccia, cofondatore e presidente di Biciroma, il portale romano per i ciclisti che, come è scritto sul sito istituzionale, ha come «mission principale quella di far realizzare all’amministrazione comunale le infrastrutture ed i servizi per i ciclisti». Dopo le associazioni dei motociclisti e le numerose voci dei veri ambientalisti, anche chi gira a pedali boccia il tram come mezzo in sé e il progetto del Comune, spinto dalla lobby dei tram e dagli pseudoambientalisti di una certa sinistra, di realizzare una nuova linea, la Tva, fra Termini, il Vaticano e l’Aurelio.

IL PROGETTO

Nelle intenzioni del Campidoglio, si dovrebbero costruire fra aprile 2023 e febbraio 2028 (con sospensione dei cantieri nell’anno del Giubileo), 8,9 km di binari da stazione Termini di fronte palazzo Massimo fino a piazza Risorgimento, il “ramo” Vaticano, e a piazza Giureconsulti, la “tratta” Aurelio.

Costo su carta: 294 milioni di euro, 120 li mette il Pnrr e 174 sono fondi “accantonati” dal Ministero dei Trasporti. In totale, le fermate previste sarebbero 18 (o 19, dipende da quale documento si legga) più i tre capolinea. I punti critici per il traffico a rischio paralisi sono a Termini, via IV Novembre, Lungotevere in Sassia. Poi c’è l’accessibilità al pronto soccorso del Santo Spirito in Sassia, le interferenze su via Nazionale con l’accesso dei mezzi di polizia e pompieri. Infine, la totale assenza di aree carico e scarico e raccolta rifiuti fra Termini e via Gregorio VII.

TUTTI I NO ALL’OPERA

Contro questa idea si sono schierati residenti e commercianti (che hanno in corso una raccolta firme) e albergatori del centro. Poi, ci sono una serie di personalità: l’ex sindaco Francesco Rutelli; l’ex assessore all’Urbanistica, Roberto Morassut; l’ex deputato e voce storica dell’ambientalismo romano, Paolo Cento. E, ancora: gli ex comandanti dei vigili urbani, Antonio Di Maggio, e dei pompieri, Luigi Abate; il presidente del Sis 118, Mario Balzanelli; il segretario regionale dei Medici d’Urgenza (Simeu), Giulio Maria Ricciuto; il segretario nazionale del Sindacato Medici, Paola Onotri. All’elenco, poi, si sommano, storici e archeologi, docenti universitari di Ingegneria dei Trasporti, Ingegneria Acustica e Ingegneria Civile; sindacati di polizia di Stato, vigili urbani, vigili del fuoco, Ama, taxi. Insomma, a difendere la Tva c’è rimasta solo la lobby e i suoi ultras social. 

Spiega Bonafaccia: «Guardiamo quello che è successo con il tram 8: mesi di ritardo nei cantieri per non aver neanche sostituito tutti i binari. Quanto costa questa manutenzione a passeggero? Per avere poi cosa? Rotaie comunque per noi ciclisti pericolosissime che, per giunta, richiedono costante irrorazione d’acqua per attutire lo stridio al passaggio dei tram. Acqua che moltiplica la scivolosità delle rotaie e che d’inverno può diventare una trappola ancora peggiore quando magari la sera gela. La verità è che non è il tram il mezzo del futuro. Noi riteniamo che si debba investire o sui filobus o sui bus elettrici che, rispetto al tram, hanno un livello di inquinamento ancora inferiore: il tram ha emissioni di materiali ferrosi dalle rotaie. Il filobus al massimo dalla rete aerea. I bus elettrici neanche quella. E poi, i tram erano bellissimi 70 anni fa. La mobilità del futuro di Roma non può essere basata sui tram. Roma non è paragonabile a Nizza. E non possiamo rimanere ancorati al passato».

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