«La verità è che il tram a Roma non funziona come mezzo di trasporto in sé. Sconta problemi decennali di assenza di manutenzione per l’incapacità del Comune di garantirne una costante e questi pensano di fare una nuova linea o anche più di una? Non riescono a tenere in piedi quelle esistenti. Quello di via Nazionale finirà come questi: rotaie e asfalto distrutti, stridio e vibrazioni», Paola, infermiera all’Umberto I, vive in via dei Volsci all’incrocio con via dei Reti. E sul tram che passa per le strade di San Lorenzo ha le idee chiare come Antonio, proprietario del forno quasi all’angolo con via dei Galli: «Quando ho aperto il forno ho ovviamente dovuto fare i lavori per azzerare l’inquinamento acustico dei macchinari. Sa cosa mi ha detto il tecnico? Che col tram qui davanti l’autorizzazione antiacustica doveva farla il Comune a me». Fra le vetrine del forno e le rotaie corre un metro.
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CAOS
Rebecca esce dal forno, con un cagnolino al guinzaglio: «Che le devo dire? Qui vibra tutto.
INCIDENTI
«La cosa ridicola - rilancia Giuseppina, pensionata, che abita un paio di portoni dopo - è che qui si sono registrati svariati incidenti con i tram. L’ultimo qualche giorno fa». Effettivamente, questa tratta ha più volte evidenziato i limiti della manutenzione con una serie di rotture che hanno causato il caos nel quadrante. A inizio agosto, tram “sviato”, cioè uscito dai binari. Pochi giorni prima, la caduta di un ramo verso le 8 di sera blocca non solo la linea 19 ma finisce per intasare il nodo di Porta Maggiore obbligando Atac a bloccare anche le due linee per Termini, 5 e 14. Poi, come racconta Sonia, parrucchiera: «Ma ve lo ricordate quando sotto il peso del tram è sprofondata piazza del Verano? All’epoca non successe nulla ma possibile che in Comune non capiscano che non si può giocare con la pelle delle persone perché qualcuno è innamorato del tram?». Lo sprofondamento avvenne a fine ottobre 2021: non ci furono feriti a bordo ma tanto spavento.
«In più ci sono anche gli incidenti di monopattini, bici e motorini che finiscono sui binari e vanno giù. La fortuna è che nessuno si sia fatto male sul serio», dice Pino, impiegato alla Sapienza.
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