«Esistono due giustizie, una terrena e una celeste. Pensa perché quella celeste ti ha punito già più a te e la tua adorabile famiglia, poi arriverà spero quella terrena». Questa, una delle numerose molestie verbali legate al forte sospetto di un tradimento, il tutto alimentato da una gelosia morbosa e incontrollabile che lo ha spinto ad ingaggiare un investigatore privato. I motivi che hanno portato G.F. – tabaccaio romano di 51 anni – a sedersi sul banco degli imputati davanti al giudice monocratico di Piazzale Clodio sono chiare, così come le accuse: maltrattamenti reiterati nel tempo nei confronti della ex moglie e stalking ai danni del nuovo compagno della donna.
LE MINACCE
«Tanto lo so dove sei stata, speriamo muori perché sei brava solo ad allargare le cosce», questo il tenore delle conversazioni - ampiamente documentate nel capo d’imputazione – con le quali l’uomo molto spesso “accoglieva” la moglie al rientro dalla giornata lavorativa. Tutto inizia nel 2016 quando ormai il matrimonio decennale tra l’imputato e Pamela (nome di fantasia) arriva a un punto di non ritorno. «Sembravamo la classica famiglia del Mulino Bianco – testimonia in aula il figlio della coppia in lacrime – ma poi mi sono accorto che la realtà era ben diversa. Quando i miei genitori si sono lasciati non ho più sentito mia madre per due anni prima di scoprire che aveva un altro figlio con il nuovo compagno». Eppure la situazione era degenerata già da tempo perché l’imputato «sia nell’ultimo periodo di convivenza sia dopo la separazione, denigrava la moglie come donna e come madre – si legge agli atti – controllandone ogni movimento in modo da cagionarle un grave stato d’ansia e un fondato timore per sé e per i suoi prossimi congiunti costringendola ad alterare le proprie abitudini di vita». All’epoca la coppia lavora insieme nella tabaccheria di famiglia in zona Monte Mario.
IL COMPAGNO DELLA DONNA
Ma la donna non è l’unica finita nel mirino della gelosia dell’imputato che individua in Riccardo (nome di fantasia) il probabile nuovo compagno dell’ex moglie. Apriti cielo. Gli appostamenti e gli inseguimenti in auto, ampiamenti documentati in denuncia, si moltiplicano fino a quando l’imputato arriva addirittura a contattare l’ex moglie di Riccardo raccontandogli la sua personale versione della relazione clandestina in corso. Leonardo decide così di denunciare per porre fine a quella persecuzione. Un atteggiamento quello messo in atto dall’imputato che, secondo gli inquirenti, avrebbe fortemente contribuito a inasprire anche i rapporti con il figlio della coppia, all’epoca minorenne.