Roma, zerbino a fuoco e colla nella serratura. Lo stalker che minacciava i vicini: «Abbiamo dovuto svendere casa»

La lite per cani e gatti, gli atti intimidatori per 9 anni: condannato un uomo in zona Magliana

Roma, zerbino a fuoco e colla nella serratura. Lo stalker che minacciava i vicini: «Abbiamo dovuto svendere casa»
di Federica Pozzi
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Lunedì 25 Settembre 2023, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 09:43

La colla nella serratura, lo zerbino incendiato, minacce di morte scritte sul muro del pianerottolo, ma anche spintoni e aggressioni con un bastone, oltre a minacce con un'ascia e una pistola. Sono alcune delle angherie subite per nove anni dai vicini di casa di un 53enne romano in zona Magliana. L'uomo è stato processato e condannato a un anno di reclusione e 5mila euro di provvisionale per stalking condominiale. Due le parti offese, marito e moglie (nel corso degli anni deceduta), che hanno dovuto fare i conti con i ripetuti atti intimidatori del 53enne a partire dal 2007, quando l'imputato è stato segnalato dalle due vittime all'ufficio di igiene perché «aveva molti cani e gatti sul terrazzo, confinante con il nostro - ha raccontato la parte offesa ancora in vita, un 87enne romano - gli faceva fare i bisogni a terra e oltre al cattivo odore mandava tutto nel chiusino di scarico del mio terrazzo con il getto d'acqua». Da quel momento l'uomo è stato accecato dall'odio nei confronti dei due vicini creandogli non pochi problemi e anche timore per la propria incolumità, costringendoli a cambiare stile di vita, a mettere delle telecamere fuori dalla porta per scoprire chi fosse l'autore di quelle minacce, fino a decidere di vendere l'appartamento e cambiare casa.

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LE DENUNCE

E così, di mese in mese, le denunce (inizialmente contro ignoti) si cumulavano: una volta per la colla nella serratura, un'altra volta per lo zerbino e la porta di casa incendiati, poi per la scritta «devi morire» comparsa sul pianerottolo con una freccia che indicava l'appartamento, infine per la tenda del terrazzo strappata.

Finché, a ottobre del 2008, le due vittime hanno deciso di installare una telecamera nello spioncino della porta e hanno visto che il vicino aveva cosparso il loro ingresso di olio.

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Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata nel 2016. L'anziano era in casa e, dopo aver sentito dei rumori forti provenire dal pianerottolo, si era affacciato per lamentarsi. L'imputato, a quel punto, aveva iniziato a bussare con forza alla porta tanto che l'87enne si è trovato costretto ad aprire munito di un bastone, per la paura causata da anni di danneggiamenti e minacce. A quel punto il 53enne gli si è avventato addosso, gli ha tolto dalle mani il bastone e, dopo aver provato a colpirlo, ha danneggiato un mobile. «Sono dovuto scappare via per quello che mi ha combinato. Ho dovuto svendere la casa, avevo paura», ha riferito in aula al giudice. Lo scorso venerdì è arrivata la sentenza che ha condannato il vicino molesto a un anno di reclusione.
 

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