Usava bottiglie piene d'acqua per picchiare la compagna, minorenne e incinta

Usava bottiglie piene d'acqua per picchiare la compagna, minorenne e incinta
di Marina Mingarelli
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Domenica 23 Aprile 2023, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 10:17

Era minorenne e in stato di gravidanza, quando il compagno la colpiva addirittura con delle bottiglie piene di acqua.
In quei momenti Nina ( il nome è di fantasia) una ragazzina originaria di Ceccano che non aveva ancora compiuto la maggiore età, diventava per l'uomo un bersaglio.
Quelle bottiglie si trasformavano in tanti "birilli" che la colpivano su tutte le parti del corpo fino a quando lei non cadeva a terra piena di ecchimosi. Ma quello è stato soltanto uno dei tanti comportamenti delinquenziali messi in atto dal convivente, un operaio di 26 anni residente a Frosinone Talvolta capitava che per motivi insulsi la prendesse per il collo e le stringesse le mani così forte da impedirle di respirare. Per non parlare dei pugni e degli schiaffi che riceveva quasi quotidianamente al volto. E per impedirle che potesse dire ai familiari quello che accadeva all'interno delle mura domestiche, faceva in modo di non farle avere rapporti con i suoi familiari e con gli amici a cui lei teneva tanto. Nina ha vissuto per circa tre anni in una situazione al limite della sopravvivenza. Il compagno non le dava nemmeno un sostentamento economico e lei, poveretta, con un bambino che doveva nascere non sapeva proprio dove sbattere la testa. Così era stata costretta a restare lì, insieme al bambino nel frattempo venuto alla luce. Poi nel 2021 prende il coraggio a due mani e scappa di casa con il piccino. Ma a quel punto l'operaio si trasforma in uno stalker e comincia a minacciarla di morte su Facebook. Sempre sulla nota piattaforma social aveva scritto dei post inquietanti dove la invitava a stare molto attenta perché avrebbe ucciso sia lei che i suoi familiari che l'avevano aiutata ad uscire da quella abitazione. Quel periodo di privazioni ed umiliazioni avevano cagionato nella ragazza grandi sofferenze, questo è il motivo per il quale ha poi deciso di far scattare la denuncia nei confronti di chi per lungo tempo l'aveva trattata non come un essere umano ma come un oggetto a sua "disposizione" e con il quale sfogarsi, a suon di botte, all'occorrenza. Nei giorni scorsi la procura ha chiuso le indagini su questa vicenda rimasta finora nell'ombra. Spetterà adesso all'avvocato di fiducia Giuseppe lo Vecchio produrre le sue memorie difensive. Il legale avrà i 20 giorni di tempo previsti dalla legge per presentare memorie o chiedere l'interrogatorio del suo assistito.

LA CONDANNA

Intanto proprio l'altro ieri un altro caso di stalking si è concluso in tribunale con una condanna ad un anno di reclusione e 1000 euro di multa.
L'uomo un 55enne di Frosinone separato dalla moglie aveva ricevuto il divieto di avvicinamento nei suoi confronti proprio perché aveva messo in atto condotte aggressive e delinquenziali nonostante però l'applicazione del divieto di avvicinamento il 55enne era tornato di nuovo alla carica vessando e minacciando di nuovo la ex
A quel punto la donna che se lo era ritrovato di nuovo sotto la sua abitazione lo ha denunciato nuovamente e l'ex marito è finito sotto processo.
Il giudice si è pronunciato per la condanna. La signora - che si era costituita parte civile nei confronti dell'uomo - era rappresentata dall'avvocato Giulia Giacinti.
Marina Mingarelli
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