RIETI - Dopo il parere favorevole della Valutazione di impatto ambientale, sono due i fronti avversi che si aprono ora davanti al Tsm. Il primo è quello rappresentato dai coordinatori nazionali dei Verdi Angelo Bonelli e di Europa Verde Filiberto Zaratti, che hanno annunciato un esposto al ministero dell’Ambiente chiedendo, in una diffida, l’annullamento in autotutela dell’atto della Via e, contemporaneamente, un esposto alla commissione ambiente dell’Ue. Il secondo è invece il ricorso al Tar del Lazio, che il cartello delle 20 associazioni ambientaliste contrarie al Tsm si prepara a presentare.
L’intervista. Nel frattempo, a Il Messaggero interviene Fabio Belli, analista finanziario e aderente al cartello ambientalista.
Qual è l’idea maturata dopo il parere favorevole della Via?
«La Regione, forse cosciente della debolezza della propria decisione, ha imposto il rispetto di una serie di pesanti prescrizioni.
Dunque, cosa potrebbe accadere adesso?
«Il fronte del “Sì”, unito a parole, lo è meno nei comportamenti: Cantalice minaccia ricorsi, mentre Rieti procede spedito nella gestione separata di Pian de’ Valli. Ma per portare a termine il progetto mancano all’appello almeno 30 milioni di euro e i numeri sconsigliano ad un operatore privato di investire. Sfortunato sarà quell’istituto bancario che delibererà un finanziamento all’iniziativa, perché il rischio è di aprire i cantieri e di chiuderli anzitempo per mancanza di liquidità. L’unica strada per un’iniziativa che non si regge sulle proprie gambe è quella di invocare ulteriori contributi pubblici, magari, come qualcuno irresponsabilmente auspica, attingendo alla Next Generation Ue (il pacchetto per la ripresa dal Covid, ndr) o, peggio, ai fondi della ricostruzione post-sisma, nel solco della consolidata logica assistenziale e non di una strategia dello sviluppo. E’ insensato finanziare con soldi pubblici un’iniziativa commerciale che non si propone, come dichiarato nello stesso business plan, di aumentare il Pil nazionale ma, se va bene, di spostarne una quota modesta dall’Abruzzo al Lazio».