Terminillo, dopo il sì al Tsm si pensa come realizzare le opere. Il 18 gennaio intanto riaprono gli impianti

Terminillo, dopo il sì al Tsm si pensa come realizzare le opere. Il 18 gennaio intanto riaprono gli impianti
di Giacomo Cavoli
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Lunedì 4 Gennaio 2021, 00:10

RIETI - Arrivati quasi agli sgoccioli dell’euforia per l’approvazione della Valutazione di Incidenza Ambientale del Tsm dalla Regione Lazio - in attesa della formale conclusione del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale - al Terminillo si comincia a ragionare sul da farsi per concretizzare quanto autorizzato dalla Pisana: «Adesso è necessario superare i campanilismi - ragiona il presidente di Federalberghi Rieti, Michele Casadei. - Il Tsm deve essere considerato una vittoria di tutti: dei sostenitori della prima ora, di chi strada facendo si è convinto che questa fosse l’unica visione per sposare una progettualità rispettosa dell’ambiente in un paesaggio antropizzato e anche di coloro che sono tutt’ora contrari, perché si renderanno conto che in questa provincia lo sci è possibile e il Terminillo può tornare ai fasti del passato, perché ora a dirlo è anche la Regione, con tanto di prescrizioni. Il Tsm è però un punto d’arrivo e non di partenza. Non dobbiamo accontentarci, ma realizzarlo nel più breve tempo possibile e cominciare a progettare altro sviluppo, perché ad esempio ci sono i fondi del Recovery Fund che possono essere utilizzati per risollevare le zone depresse della provincia, come il Terminillo, i luoghi terremotati e di crisi industriale. Bisogna usare il Terminillo come parte apicale di un processo turistico e infrastrutturale più ampio». E i soldi che mancano per completare l’intero progetto del Tsm? «Gli imprenditori pronti a investire adesso arriveranno, perché si sono resi conto che le liquidità che servono possono essere messe a terra per lo sviluppo sciistico del Terminillo».

La riapertura degli impianti. Nel frattempo è arrivata la firma sull’ordinanza che, dal 18 gennaio, riaprirà gli impianti da sci anche al Terminillo: «Il fatto che ci sia una data certa è già un passo in avanti - commenta il direttore della Scuola sci Terminillo, Simone Munalli. - Ora, come scuola sci avremo il tempo di programmare i tamponi periodici ai quali dovranno sottoporsi i nostri maestri.

Probabilmente sarà possibile sciare solo nelle zone gialle, quindi se il Lazio diventerà arancione ci sarà il rischio di un blocco. Il 60% della stagione è persa, ma confidiamo che la gente abbia voglia di sciare e che, grazie alla neve presente quest’anno, si possa andare oltre al 31 marzo».

A smorzare l’entusiasmo potrebbe però essere la nuova misura ipotizzata dal governo di un lockdown totale tra prefestivi e festivi: «Bisognerà vedere se questa norma sarà confermata», osserva Munalli. In caso, avrà senso aprirli durante la settimana? «È una domanda alla quale può rispondere meglio il gestore degli impianti - conclude. - Noi maestri perderemmo certamente molto, perché le persone si muovono soprattutto nei fine settimana».

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