RIETI - Sta diventando una miniera inesauribile dal punto di vista archeologico la Sabina che, giorno dopo giorno, restituisce millenni di storia tra esplorazioni e incredibili rinvenimenti che stanno catalizzando l’interesse di speleologi di tutta Europa, comprese le Università straniere. Solo nei primi mesi del 2023 quattro interventi che hanno riportato alla luce siti e spaccati di storia antica.
Montenero. L’interesse che l’Università francese di Lione ha avuto in passato per il sito in località Leone ha fatto sì che pochi giorni fa è partita per il quinto anno consecutivo la campagna di scavi archeologici nel santuario della dea Vacuna a Montenero.
Questi ritrovamenti ed altri, tra i quali il cippo inscritto con dedica alla dea Vacuna (oggi visibile nel cinquecentesco Palazzo Bonacasata), gli ex voto in terracotta e altri materiali votivi, hanno confermato l’esistenza di un luogo di culto. Al centro del terrazzamento che costituisce campo di indagine, è visibile, inoltre, un grande edificio a più ambienti di età tardo-repubblicana (fine III-inizi II secolo a.C.) con pavimenti a mosaico in eccezionale stato di conservazione, tra i più antichi del Lazio. Le indagini dei prossimi giorni si concentreranno proprio sul grande edificio repubblicano e particolare attenzione sarà riservata ai pavimenti a mosaico, alla loro decorazione e funzione. II risultati della campagna 2023 saranno presentati in un evento pubblico prevista per la prima domenica di luglio.
Poggio Nativo e l'Università La Sapienza. Un mese fa invece a qualche decina di chilometri di distanza , l’esplorazione della grotta di Battifratta a Poggio Nativo da parte una squadra di esploratori archeologici del Dipartimento di Scienze dell’antichità dell’Università La Sapienza ha permesso l’eccezionale ritrovamento di una rara statuetta femminile di argilla risalente a circa 7.000 anni fa ossia nel Neolitico, in cui la penisola era abitata dalle prime comunità agricole. Nelle profondità di un labirinto di camere e tunnel sotterranei, adornati da stalattiti e stalagmiti, la scoperta dell'antica statuina raffigurante una donna, o forse una divinità oppure una bambola. Il ritrovamento considerato è avvenuto durante l’ultima campagna di scavo da parte della squadra di esploratori archeologi del Dipartimento di Scienze dell’antichità dell’Università La Sapienza. Questa figurina in argilla risalente a circa 7000 anni fa, costituisce una rarità in quanto risalente ad un periodo in cui oggetti di questo tipo erano pressoché assenti nelle regioni del versante tirrenico.
Trebula Mutuesca a Monteleone Sabino. Precedentemente, e qui siamo nel sito archeologico di Trebula Mutuesca a Monteleone Sabino è stato scoperto un complesso sitema idraulico che forniva l’acqua alle comunità che vi erano insediate. Dopo 20 anni di stop, il gruppo speleo archeologico Vespertilio, coordinato dagli archeologi Cristiano Ranieri e Francesca Lezzi (direttrice Museo Civico Monteleone), e la direzione scientifica di Alessadro Betori della Soprintendenza archeologica, ha portato alla luce dapprima il sistema che garantiva l’approvvigionamento e la distribuzione delle acque all’interno del sito svelando la presenza in località Castellano, di un’imponente cisterna rettangolare, in opera cementizia, lunga ben 100 metri, larga e alta quasi 5, alimentata da 10 pozzi che avevano funzione di impluvi, con capienza di circa 80 mila litri. Successivamente è stata scoperta, due mesi fa, un’altra imponente cisterna a due navate in opera cementizia e un complesso sistema idraulico associato, con funzione di ripartizione idrica in località Matoni.
Individuato inoltre uno stretto cunicolo collegato alla cisterna, che serviva a far defluire le acque dalla cisterna all’interno di un altro ambiente ipogeo. Si tratta di un vero e proprio castellum aquae, un ipogeo diviso in 3 camere, che fungeva da vasca limaria, da cui partivano tubi in piombo che conducevano l’acqua verso Foro e centro abitato, col sistema del sifone rovescio; il complesso s’inquadra intorno al I sec. A. C. precedente ai lavori di risistemazione dell’area avvenuta sotto Traiano. È stata la prima volta che a Monteleone Sabino viene fatto un ritrovamento del genere. Si sta preparando una nuova carta archeologica in accordo con il Comune di Monteleone e il Museo di Trebula Mutuesca e tutti i nuovi dati raccolti verranno poi confluiti in una pubblicazione scientifica.
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