Rieti, Covid: scuole chiuse in due Comuni e rischio zona arancione

Vaccinazioni
di Raffaella Di Claudio
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Venerdì 5 Marzo 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:09

RIETI - Le avvisaglie c’erano da giorni e ieri è stato raggiunto il primo picco dei contagi in quella che è, a tutti gli effetti, la terza ondata. Tale da poter trasformare, a breve, il Reatino in zona arancione. Se, da una parte, il valore Rt regionale si conferma sotto a 1 e sembra garantire al Lazio la permanenza in fascia gialla, dall’altra, i dati della provincia di Rieti destano preoccupazione. Le parole dell’assessore alla Salute regionale, Alessio D’Amato, evidenziano il Reatino come area che necessita di osservazione anche per l’elevato rischio di varianti conseguente alla vicinanza con il Ternano. «La provincia di Rieti - dichiara D’Amato - che confina con l’Umbria, dà segnali negativi, valutiamo se decidere limitazioni da arancione». I positivi (117) nelle ultime 24 ore sono quasi tre volte maggiori ai guariti (43), il tasso di contagiosità, alla luce di 306 tamponi, schizza al 38,2% e le vittime diventano 239 dopo gli ultimi due decessi. Sono un uomo di 88 anni ricoverato in Terapia intensiva all’ospedale di Rieti e una donna di 77 anni di cui Il Messaggero ha dato notizia ieri. L’emergenza è anzitutto nelle scuole. Da lì si diffonde nelle famiglie e i cluster scolastici sono sotto analisi per verificare se ci siano o meno mutazioni del virus.


Fara Sabina
Il focolaio dell’infanzia paritaria dell’infanzia “Santa Croce”, con 20 contagi tra bambini e personale, continua a generare link.

Crescono i positivi in una classe prima dell’elementare di Passo Corese, dove il primo contagio era connesso alla “Santa Croce”. Tutti i campioni di bambini e familiari sono stati inviati allo Spallanzani per verificare se si tratti da infezioni da variante. A Fara la curva dei contagi, attualmente 87, fatta eccezione per un cluster di origine romana, è interamente correlata ai focolai divampati nelle scuole ed entro oggi il sindaco Roberta Cuneo dovrà decidere se chiudere o meno i plessi a partire da lunedì. Intanto a Borgo Quinzio, l’infanzia resterà chiusa per essere sanificata e i bambini dovranno fare un altro tampone. Lo avevano fatto martedì e da lì erano emersi 4 positivi, ma oggi si recheranno al drive-in di Poggio Mirteto per rifare i test, visto che sono stati a contatto con i bambini affetti da Covid il 22 febbraio, giorno in cui la scuola era ancora aperta.

Lo stop
Intanto due positività fanno scattare la serrata delle scuole a Borgorose, comune che conta in tutto 27 infezioni. «Abbiamo ricevuto notizia di un positivo appartenente al personale Ata nel plesso di Borgorose e un alunno della prima B delle scuole medie. Per estrema cautela - annuncia il sindaco Mariano Calisse - chiuderò tutte le scuole di ogni ordine e grado (Ites compreso) almeno fino a mercoledì 10 marzo. Le lezioni procederanno in modalità dad». Non va meglio a Monte San Giovanni (700 abitanti), che nella giornata ha contato 17 positivi, su una trentina totali. «Tutto è partito dalla scuola elementare Giovanni Pascoli e da lì si è diffuso ai nuclei familiari - spiega il sindaco di Monte San Giovanni, Salvatore Mei. - Appena avuto notizia delle positività ho fatto ordinanza di chiusura di primaria e infanzia, visto che il personale Ata frequenta entrambi i plessi. Siamo in contatto con la Asl per monitorare la situazione e assumere decisioni e iniziative. Per il momento non si parla di zona rossa, disposizione che dipende da Asl e Regione e non dall’amministrazione comunale».

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