RIETI - A Ferragosto, la Vallonina brucia più che mai. Non nel senso dei roghi che devastano la Sabina, ma in termini di manutenzione politica, i quali si riflettono sul pesante e mancato indotto turistico che la chiusura della strada panoramica tra Leonessa e Terminillo, mai riaperta dopo la fine dell’inverno, ha causato sul tessuto economico delle due località. Quando ormai l’estate è agli sgoccioli, ad attaccare è di nuovo il consigliere comunale di Italia Viva, Giosuè Calabrese. «Il Comune di Rieti, pur non avendo competenza territoriale, ma sicuramente un interesse ad assicurare la transitabilità, dopo aver partecipato alla manifestazione organizzata dai consiglieri di minoranza di Leonessa con più di un membro della maggioranza (l’assessore all’Ambiente Claudio Valentini e il consigliere Stefano Eleuteri, ndr), è sparito nel più assordante dei silenzi - osserva l’ex presidente della Provincia. - Ancora più grave l’assenza, da sempre, del sindaco di Leonessa (Gianluca Gizzi, ndr), che avrebbe dovuto esercitare un pressing costante verso Astral affinché la stessa effettuasse un sopralluogo per individuare gli interventi manutentivi finalizzati alla riapertura».
I passaggi
Calabrese ricorda anche le due sollecitazioni inviate a luglio ai Comuni di Rieti e Leonessa per chiedere «un sopralluogo congiunto ai tecnici Astral, perché il problema descritto come un rischio imminente di distacco di massi dal costone di Jaccio Crudele altro non era, e resta, che un accumulo di detriti e pietrisco scivolati a ridosso delle reti di assorbimento, a seguito dello scioglimento delle nevi dopo le abbondanti nevicate invernali.