Rieti, teatro Flavio Vespasiano: chiesto il dissequestro

di Antonio Bianco
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Martedì 6 Ottobre 2020, 00:24
RIETI - Era l’11 giugno scorso quando gli uomini della polizia giudiziaria apposero i sigilli al teatro Flavio Vespasiano di Rieti (nella foto d’Archivio). Il sequestro preventivo del teatro era stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo, su richiesta della Procura, per la vicenda delle certificazioni antincendio. E a quanto apprende Il Messaggero, ieri mattina, il Comune di Rieti - tramite il proprio avvocato, Mariella Cari - ha presentato istanza di dissequestro del teatro cittadino.

I passaggi
La richiesta di Palazzo di città, sulla quale dovrà pronunciarsi il giudice per le indagini preliminari, arriva dopo che il Comune ha terminato i lavori di messa a norma e ha così presentato la richiesta di agibilità ai vigili del fuoco. L’obiettivo sarebbe stato quello di ottenere la certificazione antincendio per chiedere la rimozione dei sigilli. 
Il Comune ha preferito seguire questa strada, invece che impugnare il provvedimento davanti al tribunale del Riesame dove, in caso di rigetto del ricorso, i tempi rischiavano di allungarsi di molto.

L’obiettivo
Adesso c’è attesa per la decisione del magistrato, che potrebbe arrivare nelle prossime ore. Il Comune starebbe infatti predisponendo, nel rispetto delle normative anticovid e del distanziamento fisico, il programma per la prossima stagione teatrale 2020/2021. Un obiettivo che si era già preposto all’indomani del sequestro.

La vicenda
A finire nel registro degli indagati erano stati il sindaco Antonio Cicchetti e il dirigente Domenico Cricchi: l’ipotesi di reato è quella di presunte violazioni del testo unico sulla sicurezza dei locali pubblici. Secondo la Procura reatina, il primo cittadino - nominato custode giudiziario dell’edificio - avrebbe autorizzato con proprie ordinanze (la prima a settembre e la seconda a novembre 2019) l’apertura della stagione teatrale, benché le certificazioni antincendio non fossero complete. «Stante la funzione prettamente sociale e culturale che il Flavio Vespasiano assolve per la cittadinanza», scrisse in una delle ordinanze l’inquilino di Palazzo di città. Non solo. Secondo l’ipotesi accusatoria, il primo cittadino avrebbe consentito lo svolgimento delle attività nonostante fossa scaduta l’ultima deroga concessa dalla commissione di vigilanza della prefettura. Una vicenda, tuttavia, che si trascina dal 2009 e che è andata avanti anche negli anni successivi, quando arrivavano le segnalazioni in cui si chiedeva di adottare misure per ottenere la piena agibilità del Flavio. Nel 2017 diventa sindaco Cicchetti. Ed il resto è storia nota. Il sequestro preventivo del teatro, tra l’altro, aveva suscitato anche molte reazioni politiche. A salire sulle barricate i gruppi consiliari di opposizione, i quali chiesero subito la convocazione di una commissione, alla presenza dell’assessore alla Cultura, Gianfranco Formichetti, che interpellato ieri da questo giornale ha preferito non commentare. Dura fu anche la reazione del regista e attore Alessio Angelucci: «I sigilli apposti sono il segno di una comunità che non riesce più neanche a sognare».
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