Percorsi clientelari ed elettorali, secondo le conclusioni raggiunte dalla Guardia di finanza di Rieti diretta dal colonnello Stefano Cerioni che ha rimesso al procuratore capo Giuseppe Saieva una segnalazione a carico di 40 persone, tra le quali gli ex consiglieri regionali reatini Lidia Nobili (già sotto processo per fatti analoghi a Roma) e Domenico Gatti, ipotizzandio diversi reati, dalla truffa al finanziamento illecito.
Con loro, una sorpresa per l’ambiente politico locale: Maurizio Colantoni, esponente di Rifondazione comunista, citato per un (presunto) finanziamento illecito che sarebbe pervenuto al partito attraverso la partecipazione del rione San Francesco a un’edizione della Festa del Sole.
Secondo le fiamme gialle, tutto è partito da una richiesta presentata dall’associazione per finanziare un progetto sulla valorizzazione del Velino e le tradizioni locali ma di quanto annunciato non sarebbe stata rinvenuta alcuna documentazione ufficiale in grado di giustificare le spese, se non una serie di annotazioni a mano su fogli nei quali vengono genericamente indicati dei fornitori.
IL RUOLO DI COLANTONI
Colantoni viene chiamato in causa per l’interessamento teso a far ottenere all’associazione San Francesco un contributo da parte del consiglio regionale del Lazio e risulta dalle indagini che ha curato l’intera pratica. Ebbene, quando la somma fu accreditata, una parte di essa, nell’ordine di sei, sette mila euro, sarebbe stata consegnata in contanti a Rifondazione comunista.
LA DIFESA
Ieri mattina, Maurizio Colantoni, accompagnato dal suo avvocato Francesco Inches, si è recato in procura chiedendo di essere ascoltato dal procuratore Saieva.
«Al mio cliente non è stata formulata alcuna contestazione - chiarisce il legale - ma ribadisce con forza di non aver mai effettuato operazioni illecite nè tanto meno di aver favorito finanziamenti illegali al suo partito. Comunque si è messo a disposizione del magistrato per fornire ogni chiarimento e si augura che ciò avvenga prima possibile».
In attesa di capire se l’indagine finirà a Roma per competenza territoriale (nella Capitale sono stati deliberati i fondi) si fa sentire anche l’ex consigliere Gianfranco Gatti, il cui coinvolgimento è legato a un contratto di consulenza.
Attraverso l’avvocato Luca Conti spiega che «l’incaricato affidato alla signora Alessia Albani, per due anni e tre volte a settimana, era interno e non esterno. Il suo fascicolo, non appena pervenne la richiesta agli uffici del Consiglio regionale, fu immediatamente trasmesso alla Corte dei Conti. Tutto può essere riscontrato attraverso gli atti ufficiali»
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