Rieti, bar e ristoranti: ripresa frenata dallo smart working

Lina e Giulia Napoleone
di Giacomo Cavoli
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Sabato 27 Giugno 2020, 07:13
RIETI - Insieme alla paura, in città è lo smart working il grande nemico della ripresa di bar e ristoranti. Poco più di un mese dopo la riapertura al pubblico i fatturati non risalgono, la paura del contagio resta viva e per tanti dipendenti si avvicina lo spettro della fine del divieto di licenziamenti collettivi ed individuali, prorogato dal Decreto rilancio fino al 17 agosto.

L'analisi di Tosti
«Bar e ristoranti sono in difficoltà: sta bene soltanto chi nel fine settimana riesce a godere del flusso della movida in centro storico, mentre tutti gli altri soffrono disperatamente – sintetizza il presidente Ascom-Confcommercio Rieti, Nando Tosti – Uno degli aspetti che causa però maggiormente il calo dei fatturati è l’assenza di tutte le persone che in questo momento lavorano da casa. Chi non consuma più colazioni e pranzi veloci sta generando un problema importante specialmente nelle città dove c’è un alto tasso di occupazione sul pubblico. Rieti, dove più del 50 per cento dei servizi è al pubblico, proporzionalmente sta soffrendo al pari di Milano o Roma». E l’ampliamento dei dehors concesso dal Comune di Rieti sembra non riuscire a frenare l’emorragia della clientela: «Con i dehors ci stanno provando tutti, ma molte previsioni non si sono verificate – prosegue Tosti – Un mese fa pensavamo che la situazione sarebbe leggermente migliorata, ma non è così: il lavoro è ripartito ma siamo lontani dai normali fatturati, nei ristoranti c’è una sensibile diminuzione soprattutto a causa dell’assenza di cerimonie ed è l’incertezza della curva epidemiologica che fa contrarre i consumi». 
Nel frattempo, Comune e Ascom provano a far ripartire la macchina dell’estate in centro: «Abbiamo incontrato l’assessore alle Attività produttive Daniele Sinibaldi e ci sono un paio di progetti per l’estate in centro che andranno valutati – conclude Tosti – Proveremo a installare la filodiffusione e a ingaggiare artisti di strada itineranti, perché qualunque altro evento richiederebbe di far sedere le persone in maniera distanziata».

Le storie
A Rieti, fra le tante attività che subiscono il calo di clientela causato dallo smart working c’è la pasticceria, gelateria e bar di via Sant’Agnese guidata dai fratelli Napoleone, Bruno, Domenico e Lina: «Lo smart working crea assenze soprattutto negli orari della pausa pranzo, considerato che i dipendenti di uffici pubblici come l’Inps non sono ancora rientrati – spiegano i tre fratelli, supportati dalla seconda generazione familiare composta da Giulia, Federico e Matteo Napoleone - Nella pausa pranzo vediamo che la città si ferma e fino a una settimana fa abbassavamo anche noi la serranda per un’ora, una cosa che non abbiamo mai fatto: già da questa settimana, però, in giro si vede qualche persona in più. Ciò che ci aiuta a prendere tempo per resistere è la nostra unione familiare, ma un nuovo blocco delle attività potrebbe piegare chiunque, anche noi». 
La forza familiare è il tratto che sostiene tante attività storiche, come il ristorante “La Palazzina”: «In virtù della nostra storia abbiamo una clientela vastissima, anche da fuori Rieti, ma la gente ha ancora paura – osserva Giuseppe Amici, alla guida del ristorante di famiglia insieme alla compagna Oksana Pidhorodetska – Grazie alla gestione familiare riusciamo a restare alla finestra in attesa di tempi migliori ma certo, anche se si lavora un po’, il livello degli incassi comunque non aiuta».
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