RIETI - La colonscopia? Ripassare tra un anno, prima non c’è alcuna possibilità. È la risposta sconfortante che un ex dipendente pubblico, oggi in pensione, ha ricevuto dall’addetta allo sportello del Centro di prenotazione analisi dell’ospedale de Lellis, dove si era presentato munito della prescrizione del medico di famiglia per fissare un appuntamento.
La testimonianza. «L’impiegata ha controllato la richiesta - racconta l’uomo, 73 anni - e poi sul computer ha verificato la disponibilità del laboratorio, ma quando mi ha detto che prima di giugno 2024 non c’era posto, sono rimasto di stucco, anche perché non mi è stato indicato alcun giorno preciso, ma in modo generico solo il mese. Ho fatto presente che sulla ricetta il mio medico aveva annotato la necessità di eseguire l’esame in via prioritaria che, seppur non ti consente di effettuarlo con urgenza entro pochi giorni, neppure prevede una della data così lontana. Ho insistito, facendo presente anche la mia preoccupazione, spiegando che la richiesta per la colonscopia è dovuta al fatto che i risultati delle analisi di laboratorio hanno evidenziato la presenza di sangue occulto nelle feci ed è importante accertarne prima possibile la natura e valutare se c’è la necessità di intervenire chirurgicamente, ma l’impiegata mi ha spiegato che la lista di attesa per questo genere di esami è lunga e prima dell’anno prossimo non potrò effettuarlo».
L'alternativa. Ora al pensionato non resta che decidere se sottoporsi all’accertamento in una struttura privata, ma se lo farà dovrà sborsare di tasca sua i soldi e nessuno glieli rimborserà, men che meno il servizio sanitario nazionale. «Se non ci saranno rinunce nelle prenotazioni di qualche altro paziente, sarò costretto a rivolgermi ai privati, perché il medico mi ha spiegato che il sangue occulto va indagato senza ritardi per accertare eventuali situazioni a rischio.