Rieti, ex Manni: Comune
verso il pagamento
ma nodi da sciogliere

Una protesta per l'ex Manni
di Alessandra Lancia
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Martedì 4 Aprile 2017, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 12:31
RIETI - Lunga e sofferta, la discussione in consiglio comunale su ex Manni e rapporti con la Quadrifoglio, ma alla fine arriva il «sì» dell'aula alla delibera che, riconoscendo il milione e 600 mila euro del decreto ingiuntivo del Tribunale come debito fuori bilancio, ne sblocca il pagamento alla cooperativa di Pinerolo. Ora resta l'ultimo scoglio: «Che il pagamento sia in un'unica tranche, senza ulteriori dilazioni», ricorda Annalisa De Sisto (Cgil Fp) parimenti impegnata a ricordare alla Quadrifoglio i suoi impegni: «Ritiro delle lettere di licenziamento delle 31 operatrici e ripartenza a pieno ritmo della casa di riposo, forti del nuovo schema di convenzionamento che prevede per strutture come quella di via Riposati rette fino a 1800 euro in compartecipazione comunale». E' praticamente la visione di «prospettiva» dei rapporti tra Comune e Quadrifoglio, anche se c'è ancora un bel po' di pregresso da smaltire. «L'amministrazione stavolta ha fatto quello che aveva promesso, recuperando una credibilità che forse finora era mancata - dice l'assessore al Bilancio Paolo Bigliocchi - ora spero in un atteggiamento più positivo della Quadrifoglio nel riconsiderare l'intera partita del debito ancora da chiudere». A sbloccare la delibera sui debiti fuori bilancio, tecnicamente, è stato l'ennesimo parere di legittimità chiesto e ottenuto dal segretario generale, ma la lunga guerra di posizione che si è sviluppata ieri in consiglio era molto politica.

LA POLITICA
Politico è stato il «sì» a sorpresa del consigliere Simone Miccadei - «per senso di responsabilità», ha tenuto a precisare - e politico è sembrato il «no» dei consiglieri Andrea Sebastiani e Sonia Cascioli, convinti che quei soldi non fossero dovuti. Tutti i gruppi alla fine si sono allineati sul «sì»: unica astensione, quella della dem Tonina Cittonelli. Fronte politico «collaterale», la richiesta di dimissioni dell'assessore Bigliocchi avanzata da settori dell'opposizione, ma caduta nel vuoto. «E' il gioco delle parti, in politica ci sta», ricorda Bigliocchi. Ma c'è chi sulla graticola avrebbe piuttosto voluto vederci l'assessore ai Servizi Sociali, Stefania Mariantoni, per il «buco» amministrativo di due anni sull'ex Manni. Altra parentesi aperta e chiusa sembra essere quella della privatizzazione del Teatro Flavio: ieri si è votato il regolamento d'uso, con una serie di concessioni alle compagnie locali. Ma di fatto dell'esternalizzazione che stava tanto a cuore all'assessore Anna Maria Massimi non si parla più. Per la maggioranza, tanto farsi del male da soli per nulla. Sull'urbanistica è invece l'opposizione ad autocertificare la sua inesistenza: la discussione sui Ppa - praticamente un confronto a due sindaco-Vassallo - avviene senza che in aula ci sia un solo consigliere del centrodestra, ad eccezione di Walter Sabetta. Alla fine i Ppa passano, con Petrangeli che realisticamente ammette il paradosso di aver condotto in porto lo strumento di attuazione di un prg contro il quale da consigliere di centrosinistra si era opposto per 10 anni, ma c'era un principio di responsabilità istituzionale, verso quei cittadini che con il piano regolatore avevano sì maturato diritti ma senza che potessero realmente esercitarli. «Ora la vera sfida è che i cittadini si mettano insieme, si consorzino per realizzare quello che chiedono, diversamente il Ppa rimarrà sulla carta». Non sarebbe l'unica, dell'immenso ripostiglio dell'urbanistica comunale.
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