Rieti, ex Manni: accordo economico
lontano ma si tratta ancora

Protesta per l'ex Manni
di Alessandra Lancia
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Martedì 21 Marzo 2017, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 13:13
RIETI - Ex Manni, in Comune una soluzione sul credito di 1.350.000 reclamato dalla cooperativa Quadrifoglio ancora non c'è. «Stiamo trattando e sappiamo di poterlo fare ancora fino a domani o a mercoledì», dice l'assessore Paolo Bigliocchi a consiglieri e operatrici che partecipano alla commissione Bilancio di ieri mattina. «Il nostro obiettivo è salvare i posti di lavoro» (nelle foto, due momenti delle proteste dei giorni scorsi), come, però, ancora non si capisce. Il clima è tesissimo: dietro la partita contabile - difficile da chiudere, per il Comune, presentando partite prive di copertura amministrativa - si gioca anche una partita politica tutta interna alla maggioranza. «Dispiace che tocchi a Paolo Bigliocchi metterci la faccia, le responsabilità vanno cercate altrove e segnatamente ai Servizi sociali», dice a brutto muso Emanuele Donati (Alleanza per Rieti). Servizi sociali che hanno fatto passare 2 anni prima di avviare una regolamentazione del settore delle case di riposo: solo ieri sarebbe dovuta uscire dalla Giunta una nuova delibera sulle rette in convenzione, che si rimangia in parte quella di metà febbraio nella quale si indicava come cifra di riferimento 1.500 euro. Ora siamo invece a un range diverso di tariffe a seconda dei servizi offerti e fino a un massimo di 1.800 euro. Chiaro tentativo di andare incontro alle esigenze di una struttura, la casa di riposo di via Riposati, che avendo standard di servizi elevato non può essere messa sullo stesso piano di case famiglia e comunità alloggio. Ma questo è solo un pezzo del problema, e più precisamente la prospettiva.

L'OSTACOLO
Quello che non si riesce a definire è il passato. Un passato che la Quadrifoglio sta cercando di risolvere a colpi di decreti ingiuntivi e di diktat. Il 1.350.000 preteso per il Manni è dentro un decreto ingiuntivo da 1,6 milioni di euro già esecutivo in virtù del rigetto da parte del Tribunale della richiesta di sospensiva del Comune. Il giudice non è entrato nel merito del contenzioso, ma ordina al Comune di pagare. Ma il Comune ha difficoltà a farlo perché parte di quel debito è sprovvisto di copertura amministrativa; non è tutto: sindaco, vice sindaco, assessore ai Servizi sociali, dirigenti di Ragioneria e Servizi sociali (presenti e della precedente amministrazione) sono tutti parte in causa, in quanto destinatari dei decreti ingiuntivi. Questo significa che non possono concorrere in alcun modo ad una soluzione del problema. Restano fuori l'assessore al Bilancio Bigliocchi, quale parte politica, e il segretario generale, a cui infatti il sindaco ha dato mandato di chiudere la trattativa. Dopo l'incontro in Prefettura del 7 marzo sono gli avvocati che stanno trattando, ma a tutto ieri una soluzione ancora non c'era. «Non possiamo sottometterci ai diktat della Quadrifoglio - dice Simone Miccadei. - Allora è meglio riaprire l'ex Manni, riprenderci le operatrici e reinternalizzare il servizio». Una provocazione più che una soluzione. Ma sono giorni così.
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