Rieti, scrutinio senza fine: gli errori
aumentano e l'ufficialità non c'è

Lo scrutinio
di Alessandra Lancia
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Giovedì 15 Giugno 2017, 07:36 - Ultimo aggiornamento: 13:55
RIETI - Sembra non finire mai la notte elettorale reatina: incredibile ma vero, neanche ieri è stato possibile avere il quadro ufficiale delle preferenze con la Commissione elettorale centrale che ha fatto sera in sala consiliare e che stamattina a mezzogiorno e mezzo riprenderà il suo lavoro. Un lavoro certosino ma non risolutivo. Quello che i componenti stanno facendo da due giorni, sotto gli occhi dei rappresentati di partiti e liste civiche, è la verifica, sezione per sezione, dei voti di preferenza così come risultano indicati dai verbali compilati nei seggi. Ma senza la possibilità - nemmeno nei casi più controversi - di riandare alla fonte, ovvero alle schede contestate. Quello che in serata dovrebbe uscire - e direttamente sul sito del ministero dell'Interno - saranno dunque i voti di preferenza certificati e ufficiali.

Ma i voti personali dubbi non verranno assegnati: la Commissione li verbalizzerà e a quel punto chi dovesse ritenersi leso nei suoi interessi di candidato potrà pretendere una verifica puntuale delle schede solo tramite ricorso al Tar, con i costi (almeno 5mila euro) e i tempi che si possono immaginare.
E d'altronde, nonostante il lavoro attento della Commissione, non c'è nessuno tra gli addetti ai lavori che si sentirebbe di giurare sull'esattezza dei dati finali, tanti e tali sono i pasticci emersi in sede di verifica e purtroppo non tutti risolti. Due in particolare le sezioni per le quali si è resa necessaria la convocazione dei presidenti per venire a capo dei pasticci emersi dai verbali: la 42 di San Giovanni Reatino e la 6 di Città Giardino.

Si narra di incongruenze incredibili, tipo il voto di lista non assegnato in presenza di preferenze ma in mancanza della croce sul simbolo. O di preferenze multiple a tutti uomini, quando la doppia indicazione era ammessa solo per un uomo e una donna. Per non dire della confusione che si è ingenerata tra - appunto - la doppia preferenza espressa e il voto di lista (che invece era uno soltanto). Tutti casi individuati e indicati nei manuali in uso ai seggi ma che evidentemente né i presidenti di sezione, né i rappresentanti di lista (laddove c'erano) sono stati in grado di valutare correttamente, innescando così una serie di errori a catena.

I CRITERI DI SCELTA
E qui vengono a galla nodi cruciali come la scelta dei presidenti di seggio - sembra che quella del numero 42 fosse in qualche modo recidiva e sia stata «ripescata» in extremis - e dei rappresentanti di lista. E qui andiamo al cuore del problema, di una politica che da tempo ha smobilitato ma che con la formula del solo comitato elettorale non riesce a garantire né una presenza capillare ai seggi e nemmeno, in molti casi, della giusta competenza. Ed ecco i risultati.

I CANDIDATI SICURI DI ENTRARE
E a proposito di risultati, altri ufficiosi continuano a trapelare: nel Pd la squadra dei 7 dovrebbe essere composta da Pariboni, Avetti, Mareri, Antonacci, Mezzetti, Mari, Giuli e Di Fazio. In Forza Italia, che in caso di vittoria prenderebbe fino a 5 consiglieri, si parla di Sanesi, Palomba, Masotti, Fabio Nobili e Tosoni. Nella civica Rieti Cambia i più votati sarebbero Alessio Angelucci e Roberto Fiocco. In Alternativa per Rieti Simone Labonia e Claudio Valentini. Nella civica IoCiSto Gianfranco Formichetti e Roberto Donati. Ma sarà importante vedere i numeri, per capire chi ha tirato (o tradito) chi.

Quel poco che si sa basta però già a scaldare gli animi. Nel centrosinistra è il bottino di voti di Avanti Tutta, e le performance stellari di Elena Leonardi e Mauro Rossi a innescare sospetti e rivalse. Nel centrodestra tra gli osservati speciali ci sono i movimenti di Alternativa per Rieti. Le «gioiose macchine da guerra» schierate a tavola solo 20 giorni da Cicchetti nella piana e da Petrangeli a Santa Rufina sono solo un ricordo. La conta delle preferenze - se e quando mai finirà - lascerà strascichi pesanti.
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