Verso le elezioni, Maurizio Lupi
a Rieti per presentare i candidati
di «Noi con l'Italia» e Aragona
«stuzzica» ancora Petrangeli

Verso le elezioni, Maurizio Lupi a Rieti per presentare i candidati di «Noi con l'Italia» e Aragona «stuzzica» ancora Petrangeli
di Alessandra Lancia
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 19:58
RIETI - Sala dei Cordari piena per Maurizio Lupi, a Rieti per presentare i candidati di “Noi con l’Italia”, in primis Antonio Perelli, che corre nel listino del Senato. In sala tanta avvocatura e tanti amministratori, “ex” e in corsa: Lidia Nobili, caschetto biondo, in prima fila, l’ex sindaco Giuseppe Emili più defilato in fondo, strane coppie come l’assessore Elisa Masotti e il consigliere Giosué Calabrese, e ancora gli assessori Claudio Valentini, Oreste De Santis, Sonia Cascioli, Giovanna Palomba.

In apertura di incontro Enrico Aragona – candidato alle Regionali per “Noi con l’Italia” – rimarca il sostegno a Perelli ma confessa il suo “piccolo sfizio”: prendersi una rivincita con “l’innominabile”, l’ex sindaco Simone Petrangeli. «E’ un partita che mi gioco con chi ha tentato di distruggermi. Ma ora ci rincontriamo, e vedremo se le persone metteranno la croce su Aragona o su Petrangeli». A richiamarlo garbatamente all’ordine è lo stesso Maurizio Lupi: «Caro Enrico, noi non siamo come gli altri, che le colpe sono tutte di chi ci ha preceduto e i meriti tutti i nostri. Noi siamo per riportare la politica ad un binario di responsabilità e di normalità».

E ha indicato lo scudo crociato nel simbolo di “Noi con l’Italia”: «Quella è una storia importante del passato e noi vogliamo farla diventare importante anche per il futuro. Noi non siamo la quarta gamba del centrodestra: noi siamo in una coalizione di quattro forze politiche quelli che portano in dote l’equilibrio e la responsabilità che servono quando si governa un Paese. Nel nostro nome c’è già il programma: “Noi con l’Italia”, non Salvini, non Meloni e con tutto il rispetto nemmeno Berlusconi. Al Paese, alla politica, non servono supermen ma persone normali».  
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