Rieti, coronavirus, Chalet Altobelli
al Salto: «Riammoderniamo
per riapertura, protocolli poco
chiari, dura economicamente»

Guido Papini allo Chalet Altobelli (foto Faraone)
di Emanuele Faraone
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Mercoledì 6 Maggio 2020, 08:53

RIETI - A maggio inoltrato con una bella giornata di sole fa un certo effetto vedere la spiaggia dei Pioppi sul lago del Salto senza una persona, lo Chalet Altobelli vuoto e il parcheggio deserto. L’unica autovettura in sosta è quella di uno dei soci del noto Chalet, Guido Papini che coordina tecnici e operai impegnati nell’ammodernamento della sala del ristorante. Battenti chiusi – almeno fino al primo giugno - anche per lo storico chalet Altobelli, punto di riferimento della movida sulle sponde del Salto ma anche ricercata mèta per turisti, vacanzieri e avventori per l’amenità della location e i piatti tipici della ristorazione.

Anche qui tempi duri e difficili a causa del coronavirus che ha paralizzato tutto. «Senza flusso economico – spiega Guido Papini – le difficoltà diventano enormi soprattutto per chi, come noi, vive di un’attività stagionale e, calcolando che abbiamo perso già il mese di marzo e tutte le festività di aprile e maggio, la stagione può considerarsi bruciata».

Una crisi che inevitabilmente provoca, a catena, pesantissime ripercussioni economiche sull’attività: «In mancanza di liquidità già per un dipendente è scattata la cassaintegrazione – prosegue Papini – tra l’altro senza ancora aver ricevuto alcun sostegno economico. Inoltre ci sono da mettere in conto tutti gli anticipi di spesa, i costi di locazione, prestiti o gli ordini fatti per la riapertura di marzo. Sto regalando patatine, birre e altre derrate ferme in magazzino e prossime ormai alla scadenza».

A piovere sul bagnato poi anche l’assoluta mancanza di chiarezza nei nuovi protocolli e nelle misure preventive anticontagio che dal primo giugno dovranno essere adottate in ristoranti pizzerie e locali di ristorazione: «C’è tanta voglia di ripartire ma scoraggia constatare ad oggi ancora l’assenza di chiarezza e la confusione che regna in vista del primo giugno. Non sappiamo nulla sulla gestione del personale e dei camerieri, se si tratterà di realizzare una ristorazione classica o a buffet e se serviranno oppure no le divisioni in plexiglass. E poi che si fa? Si “smembra” un gruppo di familiari che vogliono trascorrere una giornata di relax a pranzo fuori?».

Intanto – unica nota positiva - procedono spediti i lavori di ammodernamento: «Il progetto di una ristrutturazione era già stato programmato prima della pandemia, proprio per un ulteriore rilancio e miglioramento della struttura». Ed ora?: «Beh tanta, tanta malinconia vedere tutto così deserto, ma per ora bisognerà convivere con il virus».  

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