Rieti, il Comune non paga: gli asili
nido rischiano la chiusura, trenta
addetti potrebbero restare a casa

Rieti, il Comune non paga: gli asili nido rischiano la chiusura, trenta addetti potrebbero restare a casa
di Alessandra Lancia
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Martedì 17 Luglio 2018, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 13:54
RIETI - Asili nido a rischio riapertura a settembre: vale per il Ciancarelli di viale Maraini e per il Cislaghi di Quattro Strade. «O il Comune si mette in paro con quello che ci deve, oppure ci penseremo due volte prima di riaprire», dice a Il Messaggero Domenico Crea, l’amministratore di Esperia, la srl romana che gestisce in concessione le strutture dal 2016. E’ di 240 mila euro l’arretrato che reclama Crea per fatture non pagate da novembre 2017; ma l’esposizione complessiva della società per i due asili è molto più ampia, perché ricomprende anche i 245 mila euro di contributo regionale dovuto per gli anni 2016 e 2017. Contributo che la Regione doveva girare al Comune e il Comune al gestore: anche questo non pervenuto.

LE ACCUSE AL COMUNE
«In questi due anni abbiamo praticamente fatto da finanziatori al Comune ma adesso basta», dice Domenico Crea. E sembra di risentire Elvio Chiattellino, patron della Quadrifiglio. «Fino ad oggi nonostante tutto abbiamo onorato i nostri impegni e pagato i 30 operatori ma oltre luglio non andremo. Rieti, con il suo “buco” di quasi mezzo milione di euro, sta mettendo a rischio la sopravvivenza dell’intera nostra azienda. Sappiamo che è un ente in predissesto: abbiamo chiesto incontri al sindaco e all’assessore senza successo. Abbiamo chiesto garanzie agli uffici e in cambio abbiamo ricevuto velati avvertimenti e soprattutto cavilli tesi solo a ritardare i pagamenti. Ora abbiamo deciso di avviare gli atti legali necessari a cautelarci in caso di dissesto del Comune».

In ballo ci sono la continuità del servizio del Ciancarelli (una sessantina di iscritti, su 86 posti) e del Cislaghi (quello col sistema «Montessori», 21 iscritti su 21, al completo), e il posto di lavoro di 30 operatrici. Operatrici che hanno già pagato con una drastica riduzione delle ore lavorative (e quindi dello stipendio) il conto della rivoluzione strisciante degli asili nido vissuta in città da almeno cinque anni a parte, col moltiplicarsi di strutture private diffuse e poi con la separazione dal Sabin di Villa Reatina, rimasto sotto la gestione diretta comunale.

Crea, riguardo alla gestione pubblica del Ciancarelli (il Comune fissa ancora le tariffe e raccoglie le iscrizioni, ndr) è durissimo: «Una gestione pessima: è stato un problema anche capire il numero reale degli iscritti per non dire del caos sui pagamenti delle rette e sul recupero delle morosità. Da noi si paga in base all’Isee, e rispetto alla tariffa il Comune si era impegnato a integrare la retta: nel momento in cui abbiamo iniziato a far rispettare le regole molta gente è sparita. E comunque il primo a non rispettare la convenzione è stato il Comune stesso».

Avete dato un ultimatum per rientrare dei soldi?
«No, perché non servirebbe. Non ne hanno mai rispettato uno. Semplicemente devono sapere che o ci pagano gli arretrati oppure noi a settembre non riapriamo». In pressing sul Comune anche i sindacati: è di giovedì una richiesta di incontro urgente al sindaco Cicchetti, all’assessore Palomba e alla dirigente del settore Giammarchi per avere rassicurazioni sugli stipendi delle operatrici e sulla continuità del servizio.

«Di fronte a un problema così grave non ci hanno nemmeno risposto – dice Sandro Antonacci della Cisl Fp – Ma il Comune deve dire con chiarezza se gli asili nido li vuole mantenere oppure no e assumersi tutte le responsabilità politiche del caso».
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