Rieti, Severino Capretti, una storia
già ricca di esperienze
da dirigente ad allenatore

Severino Capretti
di Renato Leti
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Mercoledì 20 Giugno 2018, 08:59
RIETI – Dirigente, allenatore, direttore sportivo: sono state diverse e numerose le cariche ricoperte in tanti anni di attività svolta nel panorama calcistico regionale ma alla base di tutto domina la grande passione per il calcio che caratterizza tuttora la sua persona. Un personaggio autentico che può vantare nel proprio curriculum “a bordo campo” conoscenze ed esperienze maturate nello staff tecnico-dirigenziale di tante società e tuttora prezioso riferimento per tanti giocatori.
Severino Capretti ha collaborato da più di un decennio con le più note società del territorio sabino, romano e viterbese contribuendo alla scoperta di tanti giocatori che si sono messi in luce nelle rispettive squadre e successivamente approdati in categorie superiori.
Com’è iniziata la sua attività?
Nell’agosto del 2008, dopo due stagioni da responsabile della prima squadra dell’ASD Stimigliano e della Pro Calcio Sabina, il direttore generale della Castelnuovese Calcio, Gianfranco Braccio, mi diede la possibilità di assumere la carica di direttore sportivo nella società del presidente Sabatini. Iniziai così il mio percorso di tre anni in Prima categoria, dapprima con la Castelnuovese con cui raggiungemmo la qualificazione in Coppa Lazio e successivamente con la Comunale Capena.
Fu un bel periodo?
Sicuramente! Ricordo la grande qualità di allenatore di mister Bruni e la fantasia della coppia d’attacco che formai al Capena con Zaralli e Pomili.
Poi nacque la Valle del Tevere…
Nell’estate del 2011 questa nuova società rilevò il titolo di Prima categoria dal Torri in Sabina ed il presidente Enzo De Santis affidò al sottoscritto l’incarico di direttore sportivo ed a Stefano Scaricamazza quello di allenatore. Fu la nostra prima, grande stagione! Allestimmo una rosa di assoluto valore per la quella categoria con giocatori del calibro di Salvati, Simone Scaricamazza, Di Benedetto, Di Giovanni, Roscioli, Ambrogi, Malatesta (che già da un triennio mi seguiva nelle squadre dove avevo lavorato) e tanti altri giovani di assoluto valore. A fine stagione vincemmo il campionato proprio in rimonta nell’ultima gara battendo per 2-1 il Tor di Quinto e l’esultanza indescrivibile scaturita dai gol realizzati da Salvati e Di Benedetto è ancora impressa nella mia mente! In Promozione sono rimasto alla Valle del Tevere per tre stagioni classificandoci in un quarto posto ed in due seconde posizioni concluse purtroppo con due sconfitte nel playoff. A quel punto gli stimoli erano quasi finiti e pur con grande rammarico decisi di lasciare una società comunque fantastica, composta da persone speciali, per andare alla ricerca di altre sfide.
Quindi l’approdo a La Sabina di Poggio Mirteto?
Sì, alla società mirtense del corso Perotti che disputava l’Eccellenza e la prima stagione è stata perfetta. Uno di quei campionati in cui ti riesce tutto bene: andammo a vincere sul campo del Ladispoli e fermato al nostro Valletonda formazioni importanti come Fiumicino e Civitavecchia. La Sabina era una società sana con una squadra guidata da due tecnici (prima Fabio Gentili, poi Stefano Rodolfi) di grandi qualità e composta da giocatori veramente bravi e dal comportamento eccezionale sia sul campo che fuori: ne cito uno su tutti, il capitano Giacomo Delle Monache. La seconda stagione con i gialloneri l’ho vissuta in corsa: tornai a metà settembre su richiesta della società dopo che il campionato era partito male e in Eccellenza non si può improvvisare. In piena lotta per la salvezza, mister Di Franco rassegnò le dimissioni per la disorganizzazione che c’era e nel giro di un paio di settimane lasciammo tutti. La società concluse il campionato schierando nelle ultime cinque/sei giornate la formazione Juniores e retrocesse in Promozione.
Nuova ripartenza e nuova società?
Nel mese di maggio 2017 mi contattarono i dirigenti del Fiano Romano ma restai in questa società solo quindici giorni perché fui chiamato dal patron della Polisportiva Monti Cimini in Eccellenza con un’offerta irrinunciabile ma l’esperienza in territorio viterbese terminò il 27 settembre con l’esonero del tecnico Oliva. Provai a quel punto grande rammarico per aver lasciato il Fiano Romano che tanto mi aveva voluto ma anche gli errori servono per crescere. Devo dire comunque che nei tre mesi alla Polisportiva Monti Cimini ho conosciuto persone squisite.
Poi la Maglianese di mister Lucà…
Nel mese di ottobre subentro in corsa alla Maglianese nel suo primo anno in Promozione: insieme ai dirigenti ed al grande lavoro del tecnico Massimo Lucà otteniamo con largo anticipo la salvezza che era l’obiettivo principale del sodalizio moglianese.
Quindi una pausa?
Attualmente sono svincolato ed in attesa di un progetto serio che finora però non ho individuato. Questo non per colpa dei presidenti che mi hanno contattato ma per le idee ed il modus operandi che da qualche anno vige purtroppo nel calcio dilettantistico (addetti ai lavori che si offrono con sponsor al seguito e roba del genere…). A mio avviso bisogna ritrovare i veri valori di questo sport e abbinarli allo studio quotidiano per poter ritornare sui binari giusti.
In tutti questi anni ha incontrato tanti giocatori validi…
Ho avuto la possibilità di trattare giocatori di caratura importante e di lavorare a stretto contatto con tecnici molto preparati.
Una Sua formazione ideale ne è scaturità?
Diciamo che in dieci anni una squadra perfetta me la sono creata! Forse non sarà la più forte, ma sicuramente una delle migliori; eccola: Mennini, Dabo, Delle Monache, Del Prete, Di Giovanni, De Simone, Bergese, Diouf, Corrado, Danieli, Toscano.
Ci sono persone che vuole ricordare?
Un ricordo voglio dedicarlo a due persone che nel mio percorso calcistico sono state importanti e che purtroppo ci hanno lasciato troppo presto: il presidente dello Stimigliano, l’indimenticabile Augusto Angeletti (colui che un giorno mi disse: “dammi una mano che qui siamo rimasti in tre!”) ed Emiliano Morelli, giovane tecnico della Polisportiva Monti Cimini scomparso la scorsa primavera.
Prospettive future?
Il futuro per ora non lo conosco ma spero che arrivi la chiamata giusta, magari da una buona Promozione o Eccellenza. L’importante è che si tratti di un progetto serio fatto da persone competenti, anche fuori regione, e lo valuterei con attenzione. Per migliorare bisogna fare anche molti sacrifici!".
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