Rieti, Piana reatina allagata: esposto su eventuali responsabilità

Allagamenti nella Piana reatina nel 2021
di Giacomo Cavoli
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Giovedì 26 Maggio 2022, 00:10

RIETI - Continua a suscitare reazioni la notizia pubblicata da Il Messaggero sull’impossibilità, per famiglie e imprese, di ricevere indennizzi dopo i danni causati dall’alluvione che tra il 25 gennaio e il 16 febbraio 2021 devastò la Piana Reatina a causa della piena dei fiumi Salto, Turano e Velino. Adesso è infatti la storica associazione di protezione ambientale “Gruppi ricerca ecologica” ad annunciare di aver presentato, lo scorso 13 maggio, un esposto alla procura della Repubblica di Roma, per chiedere di verificare le eventuali responsabilità del gestore e degli enti pubblici in relazione a quanto accaduto sedici mesi fa.

La decisione. «Le responsabilità di quanto accaduto vanno ricercate nelle attività di produzione di energia idro-elettrica e nel possibile, mancato rispetto di quanto previsto nelle concessioni - afferma l’associazione nella sua nota. - L’esposto dei Gruppi ricerca ecologica getta un’ombra sul comportamento del concessionario, che potrebbe non aver effettuato un tempestivo e necessario rilascio graduale dell’invaso prima delle abbondanti precipitazioni del 2021 e per aver, in fase di piena, scaricato acqua fino a ben 75 metri cubi al secondo dall’invaso del Turano, addirittura dalle paratoie a monte della diga e non, come previsto dal disciplinare, dagli scarichi di alleggerimento.

Ma a far danni anche maggiori è stato forse il comportamento omissivo da parte dell’amministrazione pubblica - prosegue l’associazione - che negli anni potrebbe non aver compiutamente vigilato sul pieno rispetto del disciplinare di concessione del 1950, addirittura arrivando a causare l’aumento del sedimento nei fiumi Velino, Turano, Salto e Peschiera, compromettendo così le sponde dei fiumi e la conseguente diminuzione della portata, aumentando in maniera significante la possibilità di esondazione degli stessi. Dubbi anche sull’effettivo versamento, negli anni, dell’addizionale provinciale dalla Regione Lazio alla Provincia di Rieti, depauperandone le risorse in bilancio. Mentre innegabile è l’aggravio di spesa per milioni di euro a carico degli enti locali per il ripristino negli anni delle strade a causa di frane, smottamenti e allagamenti». Per Carlo De Falco, presidente nazionale dei Gruppi, «occorre ricordare che la concessione idrica prevede obbligatoriamente che venga redatto il cosiddetto disciplinare di concessione, in cui sono disposti gli obblighi che sottendono la concessione, a pena di revoca da parte della Regione. Perciò non si può in alcun modo parlare di eventi imprevedibili, dal momento che siamo di fronte ad anni di incuria da parte sia di chi gestisce le concessioni che della stessa Regione Lazio, in quanto principale responsabile dell’attività di polizia idraulica e di controllo delle concessioni e dei loro manufatti attraverso gli uffici del Genio Civile».

La delibera scomparsa. Sul tema interviene anche il consigliere comunale del centrodestra Andrea Sebastiani, candidato della lista civica Moderati per Rieti: «Nel 2021 il consiglio provinciale approvò all’unanimità una delibera che mirava ad istituire un ufficio di coordinamento per tutti i Comuni rivieraschi, sollecitando la Regione Lazio e gli assessori competenti a provvedere al riordino delle norme in materia di concessioni idriche, cui è seguita una proposta di legge regionale - spiega Sebastiani. - Si tratta della 233 del 2021, una legge di adeguamento agli obblighi europei a firma dell’assessore Roberta Lombardi, di cui si è persa ogni traccia. Delibera che prevedeva la verifica del rispetto degli obblighi di versamento dei canoni concessori a cui le multinazionali del settore idroelettrico sono obbligate, con particolare in riferimento alla tutela della presenza ittica. Ma forse - conclude Sebastiani - ben più importante era il previsto accertamento delle responsabilità di Erg per eventuali intempestive ed inefficaci manovre di svuotamento del lago del Salto per ridurne la portata».

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