RIETI - Nonostante lo zero a zero, nonostante il lockdown, nonostante le poche emozioni vissute in campo tra Rieti e Recanatese, proprio in quel rettangolo verde si sono "incrociati" i capitani del passato e del presente della formazione amarantoceleste: Fabrizio Tirelli da una parte e Marco Pezzotti dall'altra.
La storia
Inconsapevoli l'uno dell'altro, il 30 luglio del 2015 si sono passati un testimone invisibile che solo i tifosi più incalliti e gli osservatori più arguti possono comprendere. Pezzotti lasciava la sua Rieti per intraprendere un nuovo percorso calcistico, improvviso, ma ambizioso come quello vissuto poi alla Sambenedettese che da lì a qualche mese avrebbe vinto il campionato di serie D e conquistata la C. Tirelli invece arrivava in una società "fantasma" sorretta dal solo Riccardo Curci, rimasto orfano di quello stesso Franco Fedeli (azionista di maggioranza col 70% delle quote) che dall'oggi al domani scelse di levare le tende e portarsi via tutto. Ma tutto davvero: dirigenti, giocatori, palloni, maglie, birilli, lavatrici e quell'anima amarantoceleste che d'un tratto non c'era più.
L'ovazione
Tutto questo è racchiuso nell'abbraccio finale tra Tirelli e Pezzotti, mentre a braccetto andavano a ricevere gli applausi e i complimenti dei tifosi del Rieti, gli stessi che hanno vissuto sia l'uno, che l'altro, gli stessi che avrebbero voluto vederli magari uno a fianco dell'altro (come oggi al Gudini), magari però con lo stesso colore di maglia. Succederà un giorno? Magari sì, ma già aver riunito questo pezzo di storia dopo quasi 100' è stato bello ed emozionante.