Il ricordo di Raffaella Carrà del reatino Francesco Fuggetta, uno dei “Carramba Boys”: «Donna immensa, grande Maestra»

Il ricordo di Raffaella Carrà del reatino Francesco Fuggetta, uno dei “Carramba Boys”: «Donna immensa, grande Maestra»
di Marco Ferroni
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Lunedì 5 Luglio 2021, 21:50 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 21:30

RIETI - Il 5 luglio, per gli artisti italiani e non solo, verrà ricordato come la dipartita improvvisa e per certi versi prematura, di Raffella Maria Roberta Pelloni, per tutti Raffaella Carrà. A 78 anni il suo cuore ha cessato di battere e un istante dopo sono stati tanti i ricordi riaffiorati alla mente degli italiani che l'hanno ammirata nelle vesti di ballerina, show-girl, cantante e conduttrice. In queste ore sui social si susseguono messaggi di cordoglio, pensieri e aneddoti di ogni genere, tra amici, colleghi, semplici fan o di chi, come il reatino Francesco Fuggetta, alla fine degli anni '90 ha lavorato al fianco di Raffaella Carrà: era uno dei "Carramba Boys" che allietavano gli stacchetti del caschetto biondo bolognese, erano quelli che aprivano le sfere regalando (all'epoca) migliaia di lire o milioni ai telespettatori che da casa chiamavano per partecipare a uno dei giochi di "Carramba che sorpresa!".

Il ricordo. «Mancavano pochi minuti alle 17 - scrive Francesco Fuggetta, oggi noto e stimato imprenditore reatino - quando ho ricevuto la telefonata di un caro amico che in auto aveva appena appreso dalla radio della scomparsa di Raffaella Carrà.

Poi un'altra ed un'altra ancora, segno che molti amici ricordano che ormai circa un quarto di secolo fa vivevo un periodo felicissimo della mia vita. Signora Carrà prima, Raffa dopo, mai e poi mai dimenticherò di averti conosciuto, di aver lavorato con te, di aver imparato tanto. Poi come molte favole si hanno finali felici ed altri tristi, come nel mio caso, per tanti motivi, ma non ho rimpianti anzi devo a te DONNA immensa l'aver vissuto tante emozioni al pari delle tante soddisfazioni che ho avuto per me e per la mia famiglia. Ero uno dei tuoi "cocchetti cantanti", me lo dicevi tante volte! Ed eri fiera quando dopo una mia performance lo facevi trasparire  anche dai tuoi occhi: eravamo tutti tue creature.

Ci hai insegnato, ci hai rimproverato, ci hai fatto crescere professionalmente e dato consigli preziosi per la vita reale. Faccio fatica a credere che non ci sei più, perché per me eri un atto di fede e la fede non la devi vedere, sai che c'è perché la senti, perché ti segna nella personalità e nel cuore. Grazie  per quello che mi hai dato, umanamente prima ancora che artisticamente, continuerò a farti vivere nei miei pensieri e nelle mie parole. Ora vai e balla tra gli angeli, io continuerò a sentirti viva. Ci rivedremo Grande Maestra»

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