Forno crematorio a Borgo Velino: cresce il fronte del no, firme anche nei comuni limitrofi

Forno crematorio a Borgo Velino: cresce il fronte del no, firme anche nei comuni limitrofi
di Emanuele Laurenzi
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Martedì 23 Febbraio 2021, 00:10

RIETI - Un mercoledì decisivo per il futuro di un Comune: da segnare in rosso la data del 24 febbraio per Borgo Velino e per la Sabina. Domani, nella seduta del Consiglio comunale convocata per le 10.30, si discuterà sul tema della realizzazione di un forno crematorio nel paese. Una vicenda rivelata esattamente un anno fa da Il Messaggero, passata in secondo piano per la pandemia, ma mai accantonata almeno dalla politica. Se in paese ormai in molti non ne parlavano più, il sindaco Emanuele Berardi è andato avanti nei contatti con la società che dovrebbe realizzare l’impianto. Gli unici a chiedere delucidazioni sull’opera sono stati i membri del Centro sociale “Noi insieme”, che hanno avviato una petizione popolare coinvolgendo anche i comuni limitrofi.

La discussione. «Sono stati ignorati i punti della nostra petizione», spiega Fernando Campoli di “Noi Insieme”, che aggiunge: «In oltre 3 pagine il nostro legale aveva riassunto i motivi del dissenso.

Il documento era stato indirizzato a tutti i consiglieri, ma si era discusso solo sulla valutazione di regolarità della petizione, non sui contenuti. Il legale ha scritto una nuova lettera e il sindaco ha risposto fissando una discussione nel prossimo Consiglio comunale».

La petizione è stata firmata da circa 350 cittadini, 170 dei quali residenti a Borgo Velino: un numero significativo, se si pensa che i residenti del comune sono circa 950, poco più di 700 quelli iscritti alle liste elettorali. Dopo aver risposto alla petizione, si passerà al punto successivo, molto importante, per il quale si prevede di votare l’adozione del progetto di fattibilità del tempio, con relativa variante al piano regolatore vigente.

Le proteste. «Vedremo quello che verrà fuori - aggiunge Campoli - ma noi non ci fermeremo. Se verrà approvata la realizzazione del tempio crematorio, andremo avanti con tutti gli strumenti che ci mette a disposizione la legge. Lo faremo con tutte le precauzioni e nel rispetto delle regole, ma lo faremo». I legali starebbero già affilando le armi, puntando su vincoli ambientali e assenze a livello regionale e provinciale dei piani che regolano questo tipo di opere. Nei mesi scorsi anche il M5s, con il deputato reatino Gabriele Lorenzoni, si era espresso in modo contrario sull’opera.

Stona il silenzio nel paese, in particolare dall’opposizione comunale, che non si è mai fatta sentire con un parere. I risvolti economici sono noti a tutti: la società che realizzerà il forno garantirebbe un introito di circa 130 mila euro annui al Comune in cambio di un contratto trentennale. C’è poi il tema della tassazione, che potrebbe portare altri soldi nelle casse comunali. Il comune di Albosaggia (Sondrio), incassa oltre 300mila euro annui per una media di 450 cremazioni al mese. Un anno fa, a gennaio 2020, il sindaco del paese fu chiamato a Borgo Velino e raccontò la sua esperienza. Da lì in poi il progetto è andato avanti nonostante proteste petizioni. Domani il passaggio cruciale.

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