Un altro caso di peste suina trovato nel Lazio, questa volta nel reatino, fuori dalla zona rossa. Ad annunciarlo l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato: «L'Istituto Zooprofilattico ha comunicato un nuovo caso positivo su una carcassa di cinghiale, questa volta nella zona di Borgo Velino in provincia di Rieti. I servizi veterinari della Asl hanno già attivato i protocolli operativi», ha detto D'Amato sottolineando che così «salgono complessivamente a 14 i casi finora accertati di peste suina, questo è il primo al di fuori della zona rossa».
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— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) May 26, 2022
Peste suina, cabina di regia nel Lazio
Intanto proprio nel Lazio la cabina di regina istituita la scorsa settimana, con la presentazione della nuova dell'ordinanza, è al lavoro.
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Riferendosi poi al «divieto di movimentazione di fieno e paglia per almeno 90 giorni al di fuori della zona infetta» dalle parte delle imprese agricole Zingaretti ha aggiunto: «Le chiedo di individuare, anche per queste aziende, le opportune forme di risarcimento, al fine di continuare a sostenere la filiera agro-alimentare laziale anche durante questa fase di emergenza. Certo della sua sensibilità al riguardo, le porgo cordiali saluti». Dal canto suo anche il sottosegretario oggi ha ribadito la linea per rispondere all'emergenza: «Abbiamo dato indicazioni a tutte le Regioni di predisporre dei piani per una sensibile riduzione dei cinghiali fino al 50% in alcune Regioni, vi è la proposta di un decreto che mi auguro venga approvato in tempi stretti per allungare il periodo venatorio in Italia da 3 a 5 mesi», ha detto sottosegretario alla Salute Andrea Costa illustrando le nuove misure previste per eradicare la peste suina. «Non ho paura a dire che i cacciatori sono i nostri alleati», ha sottolineato Costa ribadendo poi: «L'eccessiva presenza di cinghiali sul nostro territorio nazionale è un'emergenza, purtroppo la contrapposizione ideologica di questi anni tra ambientalisti-animalisti da una parte e cacciatori dall'altra ha prodotto un disequilibrio ambientale che oggi dev'essere ripristinato attraverso l'intervento dell'uomo». «I piani regionali per il depopolamento dei cinghiali partono da subito, bisogna partire subito, in Piemonte abbiamo già abbattuto oltre 2.000 cinghiali», ha replicato il sottosegretario.