Rieti, i dilettanti e l'emergenza,
il radiologo Filippi: «In bocca
al lupo ai colleghi negli ospedali,
vivo tra cyclette, tv e musica»

Daniele Filippi in campo e a casa
di Andrea Giannini
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Martedì 31 Marzo 2020, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 11:41

RIETI - Il calcio è fermo da più di tre settimane. L’emergenza coronavirus blocca lo sport sia professionistico che dilettantistico. Lo sa bene Daniele Filippi, il 27enne e capitano del Passo Corese, che ad oggi non viene impegnato al massimo neanche nel campo lavorativo visto che svolge la propria attività professionale in uno studio privato di radiologia.

La vita che cambia...
«Eh, sì. Ci troviamo in un momento molto particolare e delicato. Le nostre vite sono totalmente cambiate da un momento all’altro e credo nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Adesso è importante fare quello che più volte, durante la giornata, ci dicono di fare: rimanere il più possibile in casa. Ognuno deve dare il suo contributo al fine di tornare pian piano alla normalità. Purtroppo ci vorrà ancora molto tempo».

Come sta vivendo tutto ciò nell'ambito del lavoro?
«In questo momento non stiamo lavorando molto, ognuno dei dipendenti di questo studio privato, lavora circa due volte a settimana. Come ovvio che sia, non ci sono molti appuntamenti, sono calati drasticamente. Tutti, all’interno dello studio, siamo in contatto con molte persone ma cerchiamo di usare tutti i presidi che abbiamo a disposizione: mascherina, guanti, cercando sempre di fare tantissima attenzione. Ovviamente la paura più grande è di portare a casa il virus».

È felice di svolgere questa professione?
«Il tecnico di radiologia è una figura che in questo momento sta combattendo in prima linea questa emergenza. Insieme ai medici, agli infermieri e a molti altri, è anche lui un professionista sanitario. Non mi voglio paragonare a loro perché lavoro in uno studio privato ma coloro che ora sono in ospedale stanno dando una grande mano al nostro paese. Il mio oltre ad essere un lavoro è una passione. Vorrei fare un grandissimo in bocca al lupo a tutti i miei colleghi che sono negli ospedali. Io nel mio piccolo cerco di fare al meglio il mio lavoro».

Come trascorre le giornate in casa?
«Ora che sono molto tempo a casa cerco di passare il tempo in qualsiasi modo. Sono io che vado a fare la spesa, certamente non tutti i giorni, almeno una o due volte alla settimana. Durante la giornata cerco di tenermi in forma, vivo da solo ma non ho molto spazio per correre. Spesso faccio la cyclette e esercizi nella mia camera. Sto guardando molta televisione, Netflix, computer, ascolto molta musica. Non cucino, non so cucinare quindi evito di mettermi ai fornelli (ride)».

Con la ragazza?
«Nota dolente: lei abita a Roma e sono tre settimane che non ci vediamo. Ci sentiamo spesso, facciamo tutti i giorni delle videochiamate però è dura sia per me che per lei».

Lei è il capitato del Passo Corese, si tiene in contatto con mister e compagni?
«Il mister e il preparatore ogni settimana ci danno dei programmi che noi cerchiamo di svolgere. Chi più e chi meno, chi può e chi non può. Col mister mi sento spesso. Parliamo per sapere come passiamo le giornate, come stiamo e come sta tutto il resto del gruppo. Cerchiamo di rimanere il contatto. Il rapporto con i compagni è molto bello: sento la loro mancanza, la mancanze delle domeniche, degli allenamenti e dello spogliatoio».

Quale sarà il futuro dei campionati?
«Per ciò che riguarda il professionismo credo che, se l’emergenza dovesse terminare in tempi più o meno brevi, riprenderanno tutti i campionati. Per ciò che riguarda il nostro campionato e quelli dilettantistici, sono più pessimista. Non penso riusciranno a ripartire. Spero di poterlo portare a termine ma oggi c’è la salute al primo posto. Come me, tantissimi sono amanti del calcio ma vogliamo solo tornare alla normalità. Nella quotidianità il calcio è una delle priorità ma in questo momento c’è da metterlo da parte».

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