Roccella: «Centri estivi, trovati i fondi. Sessanta milioni dal ministero per finanziare il piano»

La ministra: «Più risorse anche sui Centri per la famiglia, sosterremo i genitori per affrontare le necessità dei figli». Meccanismo per limitare l’impatto dell’assegno unico sull’Isee

Roccella: «Centri estivi, trovati i fondi. Sessanta milioni dal ministero per trovare i fondi»
di Francesco Pacifico
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Domenica 21 Aprile 2024, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 12:06

Centri estivi per aiutare i ragazzi e loro genitori, quando le scuole chiuderanno. Poi si passerà al potenziamento dei centri per la famiglia, oggi gusci vuoti per mancanza di fondi e programmazione. Intanto c’è il monitoraggio delle misure già messe in campo, come la decontribuzione rosa o l’assegno unico: per “registrarle”, migliorarle e confermarle. Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, garantisce che «l’attenzione verso le famiglie resta e sarà anche in futuro irrinunciabile».

L'estate si avvicina e come potete aiutare le famiglie, che fanno sempre più fatica a occuparsi dei figli con le scuole chiuse?
«Sappiamo che per le mamme e i papà che lavorano, l’estate è uno dei momenti più critici.

Hanno bisogno di soluzioni organizzative, e per aiutarli anche quest’anno finanzieremo i centri estivi. Nel 2023 avevamo già aumentato a 60 milioni i fondi a disposizione dei Comuni, nel 2024 li confermiamo con risorse del nostro ministero. È una delle opportunità che offriamo, come quella delle attività estive delle scuole con le risorse stanziate dal ministro Valditara».

Crescono i casi di fragilità e vulnerabilità dei minori. 
«C’è una crisi educativa che va affrontata. Non si tratta di sostituirsi alle famiglie ma di sostenerle nell’esercizio del proprio ruolo. Abbiamo intenzione di investire impegno e risorse sui centri per la famiglia, che esistono ma sono pochi, sono stati molto trascurati e sono di fatto privi di funzioni. Noi già abbiamo assegnato a questi centri il compito di accompagnare i genitori nell’utilizzo del parental control, il sistema di monitoraggio della navigazione online dei minori da parte dei genitori, che abbiamo incentivato per arginare l’accesso precoce dei bambini e dei ragazzi al porno e ai contenuti violenti. Abbiamo in programma ulteriori investimenti affinché queste strutture possano sempre di più sostenere le famiglie nei loro compiti educativi».

L'assegno unico, che il governo Meloni ha aumentato, ha compiuto due anni. Possiamo fare un bilancio di questo strumento sia dal punto di vista finanziario sia in ottica più qualitativa, per capire che cosa è cambiato rispetto al passato?
«La spesa per l’assegno unico con il nostro governo è cresciuta di 3 miliardi. Lo abbiamo aumentato per molte famiglie e in particolare per quelle numerose, che prima erano penalizzate. È evidente che lo consideriamo una buona misura nonostante i molti problemi tecnici che abbiamo riscontrato».

Ad esempio?
«Siamo già intervenuti sulla situazione dei vedovi, e stiamo studiando il problema dell’incidenza sull’Isee. Ma, soprattutto, l’assegno unico è sotto procedura d’infrazione in Europa per come è stato costruito a suo tempo il criterio della residenza. Ovviamente lo stiamo difendendo».

Le ristrettezze di bilancio del Paese sono note, ma - più in generale - che cosa si aspetta dalla prossima Finanziaria? Riuscirete a replicare le misure per la famiglia lanciate lo scorso anno? E quante risorse pensate di impegnare e su quali nuovi progetti state lavorando?
«Il governo ha messo le famiglie al centro e lo si è visto dalle risorse messe in campo. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, per il 2024 abbiamo prodotto oltre 16 miliardi di benefici netti per le famiglie. Tutto questo nonostante la zavorra del Superbonus, che sta arrivando a bruciare l’equivalente di venti finanziarie. Parlare della prossima manovra è prematuro, ma l’attenzione alle famiglie per noi è e sarà irrinunciabile».

Il bonus mamme arriverà, presto, anche alle dipendenti pubbliche. Che cosa state studiando per allargare la platea, dopo l'introduzione dello scorso anno? E che cosa risponde a chi ha criticato l'incentivo?
«Abbiamo voluto sostenere le mamme lavoratrici perché sono ancora troppe quelle che si licenziano. Lo abbiamo fatto con la decontribuzione, con gli asili gratis dal secondo figlio, con il potenziamento dei congedi, insomma con un forte investimento sulla conciliazione tra lavoro e famiglia. Valuteremo gli effetti di questa nuova misura e decideremo come andare avanti. Con un obiettivo: una donna non deve sentirsi costretta a scegliere tra lavoro e maternità».

Nel 2023 si registra un nuovo calo della natalità, che riguarda anche il Sud. Come si può invertire la tendenza e tornare a fare figli? Possono servire altri bonus specifici?
«La natalità crolla in tutta Europa e non solo. Il calo investe tutto il mondo sviluppato, anche Paesi dalla solida tradizione di politiche nataliste come la Francia. Questo significa che l’intervento economico è importante ma non risolutivo. Serve anche un nuovo clima culturale, serve il contributo di tutti, serve un sostegno internazionale, ed è per questo che pochi giorni fa abbiamo organizzato su questo tema una conferenza europea».

Siete molto sensibili al tema degli asili nido aziendali. Quali misure possono essere messe in campo per aumentare il loro numero?
«Gli asili pubblici si faranno, anche grazie al Pnrr. Intanto abbiamo aumentato il bonus e stiamo aumentando i posti. Per quanto riguarda le imprese, esistono buone pratiche che stiamo incentivando e mettendo in rete. Ad esempio con la certificazione della parità di genere, o con uno strumento più semplice come un “codice” per stimolare le imprese a creare un welfare aziendale che favorisca la genitorialità».

L’ultimo rapporto Bes dell'Istat indica che - in media - aumenta la ricchezza degli italiani. Però, contemporaneamente, cresce la povertà nelle fasce più deboli della società. Dopo l’assegno unico sono allo studio strumenti di inclusione più mirati?
«Sulla povertà i dati sono disomogenei, anche rispetto ai territori. Ci sono indicatori di miglioramento per il Sud, per esempio. Per le famiglie un aiuto importante è arrivato con l’assegno di inclusione che ha sostituito il reddito di cittadinanza, che è fortemente tarato sui figli ed è cumulabile con l’assegno unico. Le due misure insieme sono un aiuto importante contro la più drammatica forma di povertà, quella infantile. La cosa fondamentale è capire dove si annidano le nuove sacche di povertà per intervenire con efficacia».

Secondo il Fondo monetario, l’Italia può invertire una tendenza di bassa crescita bassa favorendo l’occupazione femminile. La decontribuzione per le madri è stato un primo passo importante, quale saranno i prossimi?
«L’ho detto: sul lavoro femminile e sulla conciliazione stiamo investendo molto, come premialità e come stimolo. E i risultati già si vedono: quest’anno c’è stata una crescita di 260mila unità. Con il nostro governo e le iniziative messe in campo l’occupazione femminile ha raggiunto un livello record».

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