Centri estivi? Quanto costano e come sceglierli: le proposte (tra pubblico e privato) e le alternative low cost

Dalla fine delle scuole all'inizio delle ferie passano circa due mesi, che si fa in questo tempo? Si propende per i centri estivi, ma i costi sono proibitivi così il web corre in soccorso dei genitori in difficoltà

Centri estivi, quanto costa per i genitori la fine della scuola? La spesa media supera i 160 euro a settimana. Le alternative low budget
di Angela Orecchio
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Venerdì 10 Giugno 2022, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 09:18

La scuola è finita e per gli alunni inziano le vacanze. Quella campanella che è stata per un anno quasi un incubo per i bambini ora ha trillato il suo suono piu' bello che ufficializza: «È finita». Ma come il suono è gioia per i ragazzi per i genitori arriva la paura: «E ora?» Per chi ha la fortuna di riuscire a mandare i figli dai nonni, che tra case al mare e in campagna possono garantire giornate spensierate e liete per i propri ragazzi senza spese aggiuntive, possono tirare un sospiro di sollievo, ma per chi questa fortuna non la ha, l'unica soluzione per mamme e papà che lavorano da lunedì 13 giugno, rimane il centro estivo.

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Centri estivi, l'unica soluzione per i genitori che lavorano?

Ce ne sono di tutti i gusti da quelli sportivi, a quelli di lingua e anche quelli d'arte. Ma quanto costa per una famiglia mandare il proprio figlio in un centro estivo? A dare le cifre medie ci ha pensato L'Osservatorio delle Famiglie di Federconsumatori che conferma che l'unica costante che rimane nella grandissima varietà delle proproste è il prezzo, salatissimo. Secondo la stima dell'Adoc (Associazione Difesa Orientamento Consumatori), circa il 30% dei genitori manda i bambini, almeno per una settimana, in un campo estivo, quasi sempre privato perché le soluzioni comunali purtroppo continuano a scarseggiare.

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I costi proibitivi

Dai dati raccolti, come si legge da Federconsumatori, è emerso che il costo medio settimanale è pari ad euro 168,00 per un centro estivo in una struttura privata per tutto il giorno. Il costo scende fino ad euro 96,00 per i ragazzi che frequenteranno i centri estivi solo mezza giornata (fino alle ore 14:00).

Esiste inoltre, in alcuni casi, l’opzione del pranzo al sacco: portando pranzo e merenda da casa il costo della giornata si riduce a 74,00 euro a bambino.

Per quanto riguarda, invece, il prezzo rilevato per i centri estivi organizzati in strutture pubbliche, il costo si aggira intorno ai 50,00 euro per metà giornata, e ai 81,00 euro per il tempo pieno. La differenza riscontrata tra pubblico e privato è dovuta a diversi fattori: oltre alle strutture che ospitano i bambini (che per i centri estivi pubblici sono perlopiù istituti scolastici) il costo varia notevolmente anche in base alla tipologia delle attività ludiche e socio-educative svolte.

Considerando i costi su base mensile emergono cifre veramente proibitive: 672,00 euro mensili per ogni bambino o ragazzo che frequenta strutture private 324,00 euro per chi ha la "fortuna" di frequentare quelle pubbliche. Per molte famiglie si tratta di importi insostenibili.

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L'allarme delle associazioni

«Con la chiusura estiva delle scuole i genitori devono affrontare un altro problema, dove lasciare i figli e quanto spendere – ha dichiarato Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc, in una precedente intervista – secondo una nostra stima il 60% circa delle famiglie vorrebbe mandare i propri figli in un centro estivo, ma solo il 25%, una su quattro, riesce a mandarli, almeno per una settimana. E la soluzione è quasi sempre il centro privato, in quanto quelli comunali continuano a scarseggiare, i posti sono limitati e l’offerta non pareggia la domanda. Va detto che non è una scelta a buon mercato, in quanto il costo medio di un campus estivo privato si attesta sui 165 euro a settimana, con punte di poco inferiori ai 300 euro. Nonostante l’offerta sia cresciuta, sia in termini quantitativi che qualitativi, i centri estivi sono ancora oggi una soluzione a portata di ben poche famiglie»

I costi ovviamente variano in base al centro scelto. I corsi di lingue, che sono i piu' gettonati (per chi pu' permetterselo) costano cira 212 euro a settimana. Si scende a 154 euro a settimana per i laboratori di scienza-tecnologia-pittura e teatro. E per chi ha i figli sportivi, il costi del centro estivo per loro si aggira a circa 170 euro a settimana.

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Come scegliere la struttura

Per chi quindi pu' permettersi di mandare i bambini nei centri estivi rimande il dubbio su quale scegliere (cifre permettendo). L'Adoc ha stilato un vademecum che rimane di riferimento con consigli su come scegliere una struttura idonea per il proprio figlio rispettando le proprie possibilità. 

Ambiente

È opportuno scegliere, in primo luogo, il contesto ambientale più gradito e più adatto al bambino, che sia mare, campagna, montagna oppure si vuole rimanere in città.

Attività e divertimento

In secondo luogo va scelto, insieme al bambino, il centro che mette a disposizione tutte quelle attività che sono di reale gradimento del minore. Dallo sport all’insegnamento delle lingue, dall’informatica ai percorsi naturali, sono numerosi i centri “specializzati” in determinate attività. Inoltre assicuratevi che, per età diverse, siano previste attività diverse.

Verifica l'offerta di persona

Non bisogna limitarsi a valutare le offerte leggendo solo i volantini o consultando i siti web, ma è opportuno andare a parlare di persona con i responsabili e gli educatori presso la struttura a cui si è interessati. Vedete il campo con i vostri occhi, assicurandovi che le attività offerte possano effettivamente realizzarsi o meno. Controllate i dormitori e lo stato della struttura. E’ inoltre fondamentale assicurarsi che il centro estivo abbia un buon “curriculum” di anni di attività alle spalle e non sia stato aperto “per l’occasione”.

Extra o compreso nel prezzo?

E’ meglio chiedere in anticipo se è previsto e come funziona il servizio mensa, soprattutto in merito alle caratteristiche e agli ingredienti del menu (in particolare in presenza di bambini allergici), se ci sono eventuali extra da pagare, ad esempio merenda, bibite e lavaggio biancheria, e se nel prezzo sono comprese tutte le attività offerte o se per alcune è previsto un sovrapprezzo.

Personale e sicurezza

Chiedete e verificate le qualifiche degli educatori: ad esempio se è prevista la piscina o attività al mare gli operatori devono avere il diploma di bagnino/assistente bagnante. Inoltre, se ci sono piscine gonfiabili, occorre accertarsi della qualità e del ricambio dell’acqua utilizzata. Chiedete inoltre se hanno fatto almeno una volta il corso di primo soccorso e di disostruzione e lasciate uno o più numeri per le emergenze. 

Flessibilità

È fondamentale soprattutto per i genitori. Chiedete e verificate se il servizio offre più orari per l’entrata e l’uscita dei bambini, se c’è la possibilità di fare solo mezza giornata con o senza pranzo, se è possibile fare anche solo un’iscrizione giornaliera o bisettimanale. Ovviamente, dal punto di vista economico, le tariffe sono più convenienti se si prenotano più settimane e se sono presenti fratelli o sorelle (di solito sono previsti sconti intorno al 10-20% in questo caso).

A questi punti ne va aggiunto sicuramente un altro: 

Attenzione all’età

Prima regola, la più importante. Diffida dei centri estivi che accolgono bambini dai 4 ai 13 anni proponendo attività indifferenziate: piscina, gioco all’aperto, caccia al tesoro. Nessuna attività che va bene a un bambino di 4 è divertente per un ragazzino di 12. Assicurati dunque che nel programma ci siano diverse attività e diversi programmi pensati ad hoc.

Le famiglie in ginocchio per la chiusura delle scuole

Il centro estivo rimane quindi la soluzione ma facendo due calcoli se questa opzione (necessaria) venisse adottata per tutte e otto le settimane che dividono la chiusura delle scuole dalle vacanze di agosto la spesa per ogni famiglia sarebbe di 1.240 euro a figlio. E per chi ne ha due (nonostante il 10-20% di sconto che le strutture concedono) la spesa potrebbe essere equiparata quasi a due stipendi.

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L'alternativa

 Per questo, visti le cifre impossibili per molti e all'insegna del risparmio, negli ultimi anni sono nate forme di condivisione e collaborazione: «tate condivise», che accudiscono fino a 4 bambini. Ma come funziona? Corre in aiuto dei genitori anche stavolta il web che con piattaforme digitali mettono in contatto i genitori con le tate ma anche tra loro per poter condividere la babysitter in modo da tagliare i costi.

Per esempio c'è Sitly, che conta su 580 mila utenti registrati, dando la possibilità, oltre che di trovare una babysitter, di suddividersi le spese per l'assistenza dei bambini, risparmiando una somma considerevole. Oppure c'è Toptata, sito su cui si può optare per un servizio di babysitting condiviso, mettendo a disposizione dei profili completi con tutte le informazioni relative alla balie, ricercabili secondo vari criteri, come l'esperienza, la vicinanza e così via.

Buona ricerca.

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