Jovanotti. «Stop ai concerti, le dune sono a rischio». Nasce il comitato tutela dell’ambiente

Paone (Marevivo): «Gli ultimi eventi hanno compromesso palude e fauna locale»

Jovanotti. «Stop ai concerti, le dune sono a rischio». Nasce il comitato tutela dell’ambiente
di Emanuele Rossi
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Martedì 11 Ottobre 2022, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 09:03

«Stop ai concerti sulle nostre spiagge». Gli ambientalisti si uniscono dando vita ad un coordinamento nazionale e mettono nel mirino Jovanotti che anche nell'ultima estate ha scelto la costa cerveterana addirittura con due appuntamenti a Campo di Mare: 23 e 24 luglio. Non è tanto lo spettacolo in sé ad essere contestato, quanto la location. Il palco è troppo vicino all'oasi protetta della palude di Torre Flavia e solo a Cerveteri oltre 50mila persone hanno raggiunto il litorale rischiando di provocare ingenti danni. Il monumento naturale, gestito da Città Metropolitana, è in perenne rischio così come gli animali che ci vivono dentro, tra cui uccelli in via d'estinzione. Da qui l'idea di costituire in gruppo forte in tutta Italia e che annovera all'interno diverse realtà di Ladispoli e Cerveteri.
LA DENUNCIA
«Il Jova Beach Party scrivono i rappresentanti del coordinamento per la Tutela degli ambienti naturali dai grandi eventi - ha provocato un considerevole impatto su piante e animali delle spiagge. I danni sono immediati, come lo sbancamento delle dune, con la distruzione di specie botaniche tutelate dalle norme europee e italiane per far posto all'area del concerto e la completa alterazione di siti di nidificazione di rare specie di uccelli, come il fratino. A questi si affiancano quelli a lungo termine: gli habitat danneggiati, rifugio e casa per decine di specie animali, anche a rischio di estinzione, impiegheranno molti anni per rigenerarsi». Non si tira indietro Marevivo, tra i più critici nel periodo del pre-party. «Per noi è davvero importante spiega Rita Paone, responsabile Marevivo Lazio e Divisione spiagge e coste Marevivo Onlus - che tante associazioni si siano costituite in coordinamento affinché la nostra voce possa essere amplificata, sostenendo questa battaglia a difesa dell'ambiente. Sarà anche l'occasione per supportare la petizione che abbiamo lanciato quest'estate, per bloccare i grandi eventi sulle spiagge e negli ambienti naturali. L'azione collettiva è necessaria per fermare iniziative dannose e irrispettose di un luogo, come quello della palude di Ladispoli e Cerveteri, che ospita ecosistemi fragili e preziosi».

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LE ASSOCIAZIONI
La nascita di questo progetto sostengono i fautori del coordinamento - ha lo scopo di attuare un percorso di lotte che andranno ad interpellare non solo le istituzioni e la politica italiana, ma anche gli organi istituzionali europei, utilizzando ogni strumento legale. «Gli arenili aggiunge Rita Paone - non sono solo un mucchio di sabbia usa e getta, ma la casa di animali e piante.

Porre un freno all'invasione di questi siti è senza dubbio un segno di civiltà». Aderisce all'iniziativa, oltre a Sea Shepherd, Lipu, e Garol Lazio, anche Rifiuti Zero Ladispoli e il gruppo Cittadini volontari e attivisti per l'ambiente Ladispoli-Cerveteri assieme a decine e decine di comitati e associazioni sparsi in varie regioni della Penisola. «Dobbiamo fare squadra dice Marina Cozzi di Rifiuti Zero per impedire altre situazioni simili. Le nostre aree protette devono essere tutelate ad ogni costo. Si fa tanto per salvaguardarle e per metterle in mostra anche con le visite dei bambini delle scuole. Sarebbe un peccato vanificare tutto il lavoro fatto da tantissimi volontari che amano questo tratto costiero e con la loro attenzione riescono a farlo crescere». C'è poi il nodo dei risarcimenti. Alcuni operatori balneari hanno annunciato un'azione legale contro gli organizzatori del concerto e il comune di Cerveteri chiedendo i rimborsi per essere stati chiusi 48 ore. In particolare è energica la presa di posizione di fratelli Giorgio e Andrea Alabiso, titolari dello stabilimento Six Beach di via Navigatori etruschi, intenzionati a portare la vicenda in tribunale. Al momento la giunta comunale non ha replicato alla categoria.

 

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