Isabella Ferrari a 40 anni da Sapore di mare: «Travolta dal successo mi venne un esaurimento. I produttori mi chiedevano di alzare la maglietta»

Dai concorsi di bellezza alla coppa Volpi per il film Romanzo di un giovane povero

Isabella Ferrari a 40 anni da Sapore di mare: «Travolta dal successo mi venne un esaurimento. I produttori mi chiedevano di alzare la maglietta»
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Sabato 19 Agosto 2023, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 10:04

A 40 anni dall'uscita del Film "Sapore di mare" di Carlo Vanzina, la protagonista Isabella Ferrari (Selvaggia) è stata intervistata da Malcom Pagani per "7", il periodico del Corriere della Sera. Una lunga carriera fra alti e bassi, cinquanta film,  successi, riconoscimenti (anche la Coppa Volpi per il film Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola), depressioni, ripartenze e tre figli a cui ha dato tutto.

Una carriera dettata dalla madre che dalle campagne piacentine ha iniziato ad accompare la figlia adolescente a provini e concorsi di bellezza: «Mia madre decise tutto per me.

Non mi sono mai venduta, ma i produttori mi chiedevano di tirare su la maglietta», questo il titolo dell'intervista.

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«Non lo sognavo per niente di fare l'attrice - dice Isabella Ferrari, nata Fogliazza - anche perché non ne ho avuto il tempo. Lo sognava mia madre. Nella clinica in cui ero nata le avevano detto “è nata un’attrice” e lei aveva finito per crederci. Dalla stalla che avevamo in campagna desiderava di andare verso le stelle. Ha puntato tutto su di me, senza chiedermelo. La mia adolescenza è stata spezzata in due: nella prima parte frequentavo i concorsi di bellezza accompagnata da lei, nella seconda ero già a Roma, famosa. Vinsi due o tre concorsi, diventai Miss Teenager, incisi persino un disco, "To be or non to be", ma ero stonata e non sapevo cantare».

Il primo provino


«La prima volta che sono andata a Roma è stato per fare il provino di Sapore di mare . Carlo Vanzina, un gentiluomo che mi ha sempre fatto sentire protetta, mi aveva visto nella sigla di un programma. Il vento scompigliava i capelli, i primi piani erano stupendi. Parlammo. Mi fece domande semplici: sui miei amici e su cosa avrei voluto fare nella vita. Mi propose di fare il film come se fosse un gioco, ma tutto ciò che è arrivato dopo non me lo sarei mai potuta immaginare. Io pensavo di tornare a Piacenza. All’epoca andavo avanti e indietro con Milano per frequentare la scuola interpreti. Con la mia tessera ferroviaria da pendolare partivo la mattina e tornavo a casa la sera».

L'impatto del successo

«Mi offrirono quattro film più o meno tutti uguali a Sapore di mare . Non avevo neanche un agente. Li feci e mi comprai una casetta perché per me la cosa più importante all’epoca era avere una sicurezza, rintanarmi, nascondermi, poi ebbi una crisi di rigetto. Non mi sentivo un’attrice, non avevo fatto una scuola, non avevo più voglia di stare dentro a quel meccanismo: mi venne un esaurimento e mi diedero delle medicine per superarlo. I miei si preoccuparono e mi portarono in montagna».

Gli amori


«Amori malati e passioni dolorose che mi hanno portato via tanto tempo e tanta energia ne ho avuti anch’io. L'amore è una cosa enorme. Io ho riversato tutto l’amore che avevo a disposizione sui miei figli. E a volte penso che sia stato troppo. Cose che non avrebbe fatto mai nessuno, io le ho fatte».

La maglietta


«Però alle mie figlie non succederà quello che è successo a me. A volte ho ancora paura ad entrare nella stanza di un produttore. Lui che dice “alzati la maglietta che voglio vederti il seno”, tu che sei molto giovane e lo fai perché pensi sia fondamentale per poter fare il film. Non mi sono mai venduta, proprio mai. Però mi sono alzata quella maglietta e quanto mi è dispiaciuto, quanto mi ha ferito, quanto è difficile riconoscerlo, oggi».

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