Festival Venezia 2023, Enrico Vanzina: «Un set unico e la magia del cinema più bello»

Con mio padre Steno andavo al festival da cinefilo, questa è una città che ispira narrazioni e visioni molti film miei e di mio fratello Carlo sono ambientati qui

Festival Venezia 2023, Enrico Vanzina: «Un set unico e la magia del cinema più bello»
di Enrico Vanzina
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Agosto 2023, 07:22

Nell’agosto del 1932 s’inaugurò a Venezia la prima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica. Ad idearla fu il conte Giuseppe Volpi (che Dio lo abbia in gloria), insieme allo scultore Antonio Maraini e a Luciano De Feo. Una grande idea che ha illuminato quasi un secolo di cinema a livelli massimi, lanciando e consacrando registi, attori, sceneggiatori, produttori, il gotha assoluto della settima arte. Quella data è una data molto importante anche per la mia famiglia perché l’allora quindicenne appassionato di cinema Stefano Vanzina, diventato in seguito il celeberrimo regista Steno, mise da parte dei piccoli risparmi da studente e si presentò a Venezia per ammirare i capolavori della celluloide arrivati da tutto il mondo sugli schermi della Laguna. Forse la sua carriera inizia proprio lì. 


IL LEGAME
Segna comunque un legame tra Venezia e la famiglia Vanzina che dura, appunto, da quasi un secolo. Fu a Venezia che nei primi anni 50 Steno girò il delizioso Le avventure di Giacomo Casanova con Gabriele Ferzetti, riproiettato in grande stile, in piazza, quasi cinquant’anni dopo nella versione originale visto che alla sua uscita fu censurato e tagliato in maniera disgustosa dai vecchi politici moralisti della Democrazia Cristiana. 
E fu sempre a Venezia che insieme a mio fratello Carlo abbiamo girato tanti film, commedie, film storici, serial televisivi.

Un set strepitoso che ogni volta incanta e stupisce. Un set che ha stregato Federico Fellini, Luchino Visconti, Orson Welles, solo per citare alcuni dei grandi registi che si sono innamorati della magia veneziana.


LO STUPORE
Già, Venezia non finisce mai di stupirci e di stupirmi. È un capolavoro di proporzioni, di luce, di acqua, di cultura, di lingua, di cucina, di tradizioni e di bellezza allo stato puro. È la città di Tiepolo, di Giorgione, di Tintoretto, di Carpaccio, Canaletto, Guardi e mille altri artisti fino a Vedova. È la città di Marco Polo.

Ma è anche la città di Vivaldi, Albinoni, di Goldoni, di Casanova, di Foscolo. 
È la città delle piazze, dei canali, delle chiese, dei palazzi, dei teatri. a città amata da Thomas Mann e la preferita del mio scrittore preferito, Marcel Proust. E anche del mio eroe cinematografico preferito, James Bond. È la città dei musei, delle università, delle fondazioni, dell’Harry’s Bar, delle Regate Storiche. Insomma, Venezia è un mondo. 
LA FORTUNA
Un mondo che ci ha insegnato a ragionare, a conoscere, ad amare, a sognare, a vivere. 
E che continua a farlo con la sua dedizione all’Arte, sia figurativa, sia musicale e sia cinematografica. Personalmente sono legato a Venezia anche da fatti privati. Alla fine degli Anni Sessanta ebbi il piacere e la grande fortuna di conoscere la donna più famosa di Venezia: Peggy Guggenheim. Era la nonna di un mio compagno di scuola, Fabrice Hélion. Grazie a lui fui invitato diverse volte nel palazzo di Peggy sul Canal Grande, oggi uno dei musei più belli del mondo. 
PEGGY GUGGENHEIM
Ho dormito tra i quadri di Klee e Picasso. A ripensarci mi sembra un sogno. Così mi sembra di sognare se ripenso alla gentilezza di Peggy nei miei confronti, dedicandomi il suo tempo per “spiegarmi” Venezia. Un tour attraverso i suoi occhi che non ha prezzo. Crescendo il mio rapporto con Venezia è diventato roccioso sia per ragioni musicali che sportive. Sul lato musica c’è un nome e cognome di veneziano doc: Pino Donaggio, il grande musicista che fece le musiche del nostro thriller Sotto il vestito niente. Siamo diventati grandi amici. E ancora lo siamo. 
LA PASSIONE
Sul lato sport dipende dalla mia passione per il canottaggio. Circa quindici volte ho partecipato con l’otto del Circolo Aniene alla Vogalonga. Si rema, insieme ad altre migliaia di barche, per più di trenta chilometri tra canali e isole. Una cosa massacrante. Ma che fa bene all’anima. Uno spettacolo entusiasmante. Remare nei canali dove per qualche ora non ci sono vaporetti, gondole e chiatte ti trasporta in un’altra dimensione. Quella del tempo eterno. E Venezia è il passepartout ideale per toccare con mano e remo l’eternità.
IL ROMANZO
L’anno scorso, poi, questa mia passione per Venezia mi ha spinto a scrivere un romanzo storico Il cadavere del Canal Grande, ambientato nel 700, nel quale mi sono divertito ad omaggiare la Serenissima con una storia che si ispira a Casanova, Goldoni e a quel secolo che caratterizzò Venezia. Patria della libertà dei costumi e delle idee. Che meraviglia Venezia. Come scrisse Carlo Dossi: « A Venezia quando c’è la luna pare di passeggiare in una acquaforte».
Enrico Vanzina
© RIPRODUZIONE RISERVAT

© RIPRODUZIONE RISERVATA