Inchiesta dell'antimafia, Adinolfi si difende: «Voto di scambio? Sono estraneo»

Inchiesta dell'antimafia, Adinolfi si difende: «Voto di scambio? Sono estraneo»
di Elena Ganelli
2 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Luglio 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 10:14

 È durato circa due ore l'interrogatorio dell'europarlamentare della Lega Matteo Adinolfi, ascoltato ieri pomeriggio presso il Tribunale di Roma dal sostituto procuratore antimafia Corrado Fasanelli e dal sostituto Claudio De Lazzaro, titolari dell'indagine nella quale l'esponente politico è indagato per scambio elettorale politico mafioso per le amministrative del 2016 a Latina nelle quali era candidato capolista di Noi con Salvini'. «Sono estraneo ai fatti, c'era una netta distinzione tra chi si occupava dell'organizzazione e di chi come me è stato chiamato invece a dare un contributo nella formazione delle liste - ha spiegato l'europarlamentare al termine dell'interrogatorio - se c'è stato un voto di scambio io non ne sapevo niente». Adinolfi, assistito dagli avvocati Luca Giudetti e Guerrino Maestri, ha anche spiegato rispetto ai suoi rapporti con Agostino Riccardo e Renato Pugliese, i due collaboratori di giustizia ex appartenenti al clan Di Silvio, che gli erano stati presentati ma non conosceva i loro nomi.

«Li ha riconosciuti in foto hanno spiegato i suoi legali - quando sono state pubblicate sui giornali in seguito al loro arresto. È assolutamente estraneo ai fatti che gli vengono contestati». Secondo gli investigatori l'imprenditore del settore rifiuti Raffaele Del Prete avrebbe pagato 45mila euro a esponenti del clan di Campo Boario per assicurare 200 voti all'esponente della lista Noi con Salvini'. Intanto la difesa dell'imprenditore Raffaele Del Prete, finito agli arresti domiciliari insieme al suo collaboratore Emanuele Forzan, ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Roma chiedendo l'annullamento dell'ordinanza cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma Bernadette Nicotra. L'udienza è stata fissata per martedì 27 luglio. L'avvocato Dino Lucchetti ha impugnato il provvedimento sostenendo la carenza di gravi indizi di colpevolezza e l'assenza delle esigenze cautelari. Del Prete anche in sede di interrogatorio ha negato di avere promesso soldi in cambio di voti per Adinolfi. Ha spiegato che Agostino Riccardo gli aveva chiesto aiuto perché aveva bisogno di lavorare e lui lo aveva indirizzato a coloro che si occupavano delle campagne elettorali. Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA