Alle spalle del riconfermato Damiano Coletta che scende le scale del Comune per andare verso il bagno di folla che lo attende in piazza del Popolo dopo la vittoria, si vede chiaramente. È Vincenzo Bianchi, politico di lungo corso, al centro delle polemiche per essersi apertamente schierato con il sindaco in campagna elettorale dopo una lunga militanza nel centro-destra: parlamentare di Forza Italia, vice di Ajmone Finestra, presidente della Latina Ambiente quando al governo della città c'era, appunto, il centro-destra.
Non una semplice giravolta - come ha spiegato a più riprese sui social network dove è stato oggetto di numerosi attacchi - «ma una scelta precisa, per fare in modo che Latina andasse avanti e non tornasse al passato».
Resta il fatto che Bianchi è stato parte integrante di quel centro-destra che oggi ha avversato: «Stato, appunto. Ho deciso di dare una mano al sindaco a seguito della sua richiesta, questo mi è costato non pochi attacchi dai leoni da tastiera. Sono stato definito un traditore, ma di cosa? Non sono mai stato coinvolto né reso partecipe delle scelte, forse perché non ho tessere e sono libero». Insomma, qualche sassolino se lo toglie ma concede all'ex alleato Zaccheo l'onore delle armi: «Umanamente ha la mia solidarietà, ma doveva comprendere che la sua candidatura è avvenuta fuori tempo massimo e in una quotidiana bagarre».
Ma adesso cosa consiglia a Coletta? «Consapevole dei numeri in consiglio comunale, per poter dare un governo dovrà aprire alla luce del sole e dare corso al coinvolgimento di tutte le forze politiche per il bene superiore della città, con responsabilità, facendo ricorso ad una squadra di assessori la più qualificata possibile, Latina non può ne deve perdere altri treni, siamo in ritardo di una quindicina d'anni».
Giovanni Del Giaccio
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