Due Regioni, 16 milioni di abitanti, nove candidati e
un’incognita che potrebbe sparigliare le carte: quella
dell’affluenza. Urne aperte oggi e domani nel
Lazio e in Lombardia per decidere chi sarà
chiamato a guidare le due Regioni per i prossimi cinque anni. Sul
piatto però c’è molto più che il rinnovo
di due giunte, una di centrodestra (quella uscente
in Lombardia) e una di centrosinistra (nel Lazio).
Perché ai seggi sono chiamate circa 12 milioni di persone,
quasi un elettore italiano su quattro. E oltre a coinvolgere la
Capitale politica – e quella finanziaria – del Paese,
il voto riguarda le prime due Regioni italiane per Pil in
valore assoluto. Ecco perché la tornata assume un
forte valore simbolico.
Non è tutto. Perché quello di oggi e domani è
il primo vero appuntamento elettorale dalle Politiche di settembre.
Ed è forte la tentazione di leggere il risultato come un
referendum sui primi tre mesi a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni. Anche nello stesso
esecutivo «Sarà un voto di fiducia sul governo»,
ha alzato la posta nei giorni scorsi il ministro degli Esteri
Antonio Tajani. Per non parlare delle partite interne alle
coalizioni e del possibile impatto sui destini personali dei leader
(di cui raccontiamo nella pagina a fianco).
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout