Coletta sindaco di Latina: «Molti elettori di destra hanno votato per me»

L’exploit a sorpresa del sindaco uscente: vittoria più bella proprio perché più dura

Coletta sindaco di Latina: «Molti elettori di destra hanno votato per me»
di Vittorio Buongiorno e Andrea Apruzzese
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Martedì 19 Ottobre 2021, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 11:17

«Partita finisce quando arbitro fischia». Damiano Coletta esordisce citando una delle più celebri frasi di Vujadin Boskov. In piazza la gente è rimasta per ore e lui in mezzo alla gente. Ha conquistato una vittoria al ballottaggio che molti ritenevano impossibile. «Non io, ci ho sempre creduto in questi quindici giorni. Ora l’arbitro ha fischiato la fine e noi abbiamo vinto». Sessantanni, medico, cardiologo in aspettativa da cinque anni, da quando è diventato sindaco di Latina la prima volta. In passato è stato anche calciatore professionista: ha giocato in serie B con il Pescara e in C con il Latina di cui è stato capitano.

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«Molti elettori di destra hanno votato per me»

All’epoca, anni 80, aveva la barba nera e una certa somiglianza con Socrates, il “dottore” della nazionale brasiliana sconfitto dagli azzurri di Bearzot.

Ieri invece Coletta ha vinto la sua finale. «Le ho sempre vinte le finali che ho giocato» dice con un sorriso. Il centrosinistra che batte il centrodestra a Latina fa notizia. Non ci credeva nessuno, era indietro di 13 punti. Invece ha stravinto.

Lei se l’aspettava?
«Avevo la sensazione che la gente avrebbe scelto me e i valori che ho saputo affermare in questi cinque anni. La legalità, la voglia di costruire una città bella, accogliente, una città europea».

Ha preso settemila voti più del primo turno, il suo avversario Vincenzo Zaccheo seimila di meno. Cosa ha pesato di più nel risultato?
«Il centrodestra non si è riconosciuto nel suo candidato, molti elettori di centrodestra hanno preferito votare me».

Il civico alleato con il Pd e apparentato con i Cinque Stelle.
«Li devo ringraziare, il Pd, i 5 Stelle, ma anche i soicialisti, Italia Viva e Articolo 21. E poi il movimento, Latina Bene Comune. La trazione civica è stata una sorta di esempio, siamo stati un laboratorio, un’esperienza nata cinque anni fa che è diventata un traino».

I suoi avversari dicono che non potrà governare, che in Consiglio non ha la maggioranza.
«Restituisco questo ricatto che hanno posto come strategia elettorale e che per altro non ha pagato. Un strategia che non ha consentito di fare un confronto con il mio avversario, incredibile, credo non sia mai accaduto».

Ma in Consiglio le liste di centrodestra hanno la maggioranza.
«Devono cogliere la sfida che ci aspetta. Latina ha premiato la continuità e la nostra progettazione del futuro, c’è un centrodestra che a mio avviso è disponibile a sedersi al tavolo e a ragionare. E’ un momento in cui la città ha bisogno di sicurezza e di certezza, di competenza e di esperienza, delle migliori forze della collettività. In questo senso mi metto a disposizione. Latina ha scelto da chi vuole essere guidata».

È pronto a questa sfida complicata?
«Mi sento di interpretare il ruolo di garante. Latina ha rischiato di finire sul versante delle solite vecchie storie. Forse oggi quelle vecchie storie hanno trovato la parola fine».

 

È stata una campagna elettorale molto dura.
«Io sono abituato all’agonismo, ma i limiti sono stati superati. Evidentemente la città lo ha colto. Come i manifesti. L’altra notte sono stati coperti tutti i nostri manifesti, ho detto ai miei di lasciar perdere, cosa dovevo fare? Coprirli a mia volta. No, io rispetto le regole. Ho lasciato che la città vedesse e valutasse».

Quale è stata più bella di vittoria? La prima o la seconda?
«Sono state sensazioni diverse. La prima volta il centrodestra correva separato e tutto è stato più semplice. Stavolta correva unito con un solo candidato. È arrivato a un passo dalla vittoria al primo turno ma noi non ci siamo dati per vinti e alla fine l’abbiamo spuntata. È stata più bella questa, più difficile e più bella».

A chi dedica la vittoria?
«Ai nostri giovani. Sono stati di grande aiuto per me, hanno colto il messaggio che questa esperienza ha voluto dare e che vuole dare peri prossimi 5 anni. Non sono un rottamatore, rispetto chi ha l’esperienza e chi la mette a disposizione. Ma è arrivato il momento che questa città inizi a consegnarsi alle nuove esperienze». Quindi Latina ha smesso di guardare indietro? «Abbiamo lo sguardo ben piantato nel futuro. Inizia la fase dello sviluppo». 

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