Tavolini selvaggi, tre indagati ai Parioli: favoriti i titolari di alcuni locali

Tavolini selvaggi, tre indagati ai Parioli: favoriti i titolari di alcuni locali
di Michela Allegri
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Venerdì 20 Marzo 2015, 23:34 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 10:04
Lo scontro decennale tra pubblica amministrazione e ristoratori di viale Parioli continua. E ora salta fuori che, per anni, dirigenti del II Municipio e imprenditori potrebbero essere andati perlomeno a braccetto. Nell'inchiesta del pm Maria Letizia Golfieri sui "tavolini selvaggi" e le verande fuorilegge che ingombrano i marciapiedi del quartiere vip di Roma Nord, tre funzionari municipali sono indagati per abuso d'ufficio, per aver favorito i titolari di alcuni locali, accusati di occupazione abusiva di suolo pubblico. In cima alla lista il noto "Celestina ai Parioli", ristorante frequentato dalla "Roma bene" e, come emerge dal fascicolo su Mafia Capitale, riconducibile tra le righe a Massimo Carminati, boss della cupola che avrebbe tenuto sotto scacco la città creando una rete di amicizie ai piani alti del Campidoglio.



L'indagine del pm Golfieri potrebbe arrivare a una svolta: la Procura si appresterebbe a chiedere il sequestro preventivo delle opere non conformi. Sotto la lente degli inquirenti c'è l'ingegner Stefano Tarquini, ex dirigente dell'Unità operativa tecnica del II Municipio. Dal 2008 al 2010 avrebbe dovuto ordinare la demolizione delle costruzioni e ripristinare lo stato dei luoghi.



Fari puntati anche su Isabella Cozza, ex dirigente municipale che avrebbe promesso di adottare, almeno per "Celestina", un provvedimento di decadenza di occupazione. Secondo chi indaga, potrebbe aver agito in concorso con Giuseppa Rizzotti, responsabile del procedimento in questione. La Cozza, attuale dirigente del dipartimento delle Politiche sociali, spunta anche nelle intercettazioni di Mafia Capitale: benché non indagata, è descritta come «riconducibile agli interessi del sodalizio».

Sotto inchiesta anche il ristorante "Il Caminetto", in cui sarebbero stati rilevati problemi relativi al condono di un manufatto fuori norma. Ulteriori anomalie esisterebbero nel locale "La Pariolina" e in altri due esercizi.



I PROVVEDIMENTI

I primi accertamenti sui locali risalgono al 2007, quando i vigili riscontrano una ventina di situazioni fuori norma. Un anno più tardi scattano le diffide a proseguire i lavori. Alcuni ristoratori risolvono la situazione, ma altri avrebbero fatto finta di nulla. Nel 2010, "Celestina" viene raggiunta da un'ordinanza di demolizione relativa a una veranda abusiva. I titolari si appellano al Tar, che però boccia il loro ricorso: il ristorante è abilitato a usufruire solo di un'opera smontabile, invece avrebbe realizzato una costruzione in ferro e in vetro «poggiante su una base di muratura».



A denunciare le irregolarità ci pensa l'ex consigliere municipale Massimo Inches: «I titolari di bar e ristoranti di viale Parioli hanno realizzato strutture permanenti autoportanti in metallo, ancorate ai fabbricati e fissate in terra, realizzando veri e propri manufatti in difformità dalla normativa urbanistica, ampliando illegalmente la superficie destinata alla somministrazione», scrive nell'esposto del 2011 che dà il via all'inchiesta. Dopo anni d'indagine, i magistrati sembrano dargli ragione. Lo scorso gennaio, inoltre, il presidente del Municipio, Giuseppe Gerace, ha annullato l'autorizzazione alla somministrazione di bevande nella parte apparentemente abusiva dei locali, in attesa della decisione finale del Tar.
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