Dino Risi, un sorriso lungo un secolo

Dino Risi, un sorriso lungo un secolo
di Gloria Satta
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Mercoledì 21 Dicembre 2016, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 14:13
Papà sorriderebbe delle celebrazioni. Non si sentiva importante, non gradiva gli omaggi, non intendeva trasmettere dei messaggi “decisivi”. Girare film era la sua vita, la sua gioia», dice il regista Marco Risi, figlio del grande Dino che nasceva giusto cent’anni fa, il 23 dicembre 2016 a Milano. Eppure, in onore del centenario del maestro della commedia italiana, scomparso a Roma nel 2008, l’Istituto Luce-Cinecittà ha organizzato al MoMa di New York un grande omaggio: la retrospettiva che fino al 6 gennaio presenta 19 film di Risi, di cui 15 in versione restaurata 35 mm (tra questi, capolavori evergreen come Il sorpasso, La marcia su Roma, Una vita difficile, Profumo di donna, La stanza del vescovo) e otto rari documentari.
Proprio al MoMa sarà proiettato oggi Dino Risi Forever, l’avvincente documentario realizzato dal giornalista Fabrizio Corallo, in cui lo stesso Dino già anziano, la bella criniera leonina e l’inconfondibile erre moscia, racconta la sua vita, il suo cinema, il rapporto con gli attori (Gassman, Sordi, Loren, Mastroianni) e con le donne. Tra una confessione, un ricordo e uno spezzone di film, spiccano le testimonianze di Scorsese, Scola, Trintignant, Giordana. E un inedito sorprendente: la commemorazione che Mario Monicelli tenne a Roma nel giugno 2008, subito dopo la morte del collega e amico.

MEDICO MANCATO
Sono parole che illustrano bene l’impegno di Risi, medico mancato e cineasta «per caso», nel contesto storico e politico che ha fatto da sfondo al grande cinema italiano nella sua stagione d’oro: «Dino e io siamo parte della stessa generazione», disse Monicelli, «che ha contribuito attraverso i film a rimettere in piedi l’Italia ridotta in macerie da una guerra stupida e una dittatura altrettanto stupida. Ci siamo sentiti motivati tutti dalla solidarietà e dalla spinta comune ad essere insieme».
È forse il motivo per cui, osserva Marco Risi, «oggi non si può parlare di eredi di mio padre: è totalmente cambiato il contesto in cui sono nati i suoi film e quelli degli altri maestri della commedia». Nel documentario di Corallo, Ettore Scola (che sceneggiò Il Sorpasso, I Mostri, Il Mattatore) sottolinea «la naturalezza, la grazia e la leggerezza» di Risi di cui Marco Tullio Giordana apprezza invece «il disincanto e l’allegria spietata: come tutti i cinici dichiarati, Dino non si prende mai sul serio e non incasella la realtà nelle idelogie».
Le donne: «L’importante, per conquistarle, è interessarsi a loro», rivela Risi. Il lungo sodalizio con Gassman, sul set e fuori: «Preferivo andare a cena con lui che a letto con una squinzia, che magari la dava a lui». L’intellighenzia: «Gli intellettuali mi sono sempre stati antipatici, mille volte meglio passare una serata con un manovale». I mostri, protagonisti del film-cult omonimo? «Oggi sono dappertutto, ma li fabbrica soprattutto la tv».

SCOMODO
Per Il sorpasso (1962), Risi rivela di aver pensato, prima ancora che a Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintingant, ad un’altra coppia di attori: Alberto Sordi e Jacques Perrin, che tuttavia non erano liberi. Il film all’inizio fu un insuccesso: troppo amaro, spietato. «È un film scomodo», commenta Martin Scorsese, «il furbastro che se la cava e l’uomo perbene che ha la peggio riflettono l’Italia degli anni Sessanta».
Se oggi Dino fosse ancora vivo, da chi, da cosa si sentirebbe ispirato? «La realtà dei nostri tempi confusi, le lotte di potere e gli insuccessi della politica gli fornirebbero dell’ottimo materiale», risponde Marco. «E proprio per questo, i suoi film diventano ogni anno più attuali, dal Sorpasso che raccontava l’Italia del boom a In nome del popolo italiano che anticipava Mani Pulite, ma anche La stanza del Vescovo sulla provincia che gli piaceva tanto. È proprio questa l’eredità lasciata da mio padre: un cinema che non ha perso mordente nel descrivere il Paese con le sue aspirazioni, le sue velleità e i suoi difetti».
Cinico dietro la cinepresa, semplicissimo e gran signore nella vita, Risi considerava il suo lavoro Una bella vacanza: è il titolo di un altro bel documentario, realizzato da Corallo in occasione dei 90 anni del maestro. Andrà in onda su Raitre la sera di Natale.
 
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