Crediti deteriorati, Francoforte incalza su modalità e governance dei rimborsi

Crediti deteriorati, Francoforte incalza su modalità e governance dei rimborsi
di Rosario Dimito
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Lunedì 18 Gennaio 2016, 23:48 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 15:05
In vista dell’avvio delle ispezioni sui crediti deteriorati su un campione di banche europee (anticipato dal Messaggero del 15 dicembre), la Bce ha recapitato agli istituti una lettera nella quale formula una serie di osservazioni sul processo delle verifiche e la governance. «Si chiede di comunicare la presenza in organico di esperti deputati alla valutazione degli attivi deteriorati (es. periti immobiliari, ingegneri per shipping, ecc.)», si legge nelle prime righe della lettera di alcune pagine che non entra nel merito degli non performing loans (npl). Pertanto, contrariamente alle speculazioni diffusesi sul mercato che hanno fatto sprofondare i titoli bancari, non ci sono richieste di adeguare gli accantonamenti, eventualità che avrebbe fatto scattare un vero campanello di allarme per la profittabilità futura.

Purtroppo l’ondata di vendita ha colpito i titoli italiani per le ripercussioni negative che potrebbero riverberarsi sul nuovo progetto di bad bank, presentato nei giorni scorsi alla Ue, a causa del nuovo braccio di ferro fra Matteo Renzi e il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker su vari temi. In Europa sarebbero una quarantina le banche destinatarie delle richieste dei Vigilanti, tra le quali le sei italiane alle prese con un volume elevato di crediti deteriorati che hanno confermato, dietro richiesta della Consob a 11 istituti, l’arrivo imminente delle ispezioni: Unicredit, Mps, Banco Popolare, Bpm, Carige, Bper.

 

BENI REIMPOSSESSATI E VENDUTI Il questionario recapitato si sofferma sull’organizzazione e la capacità operativa degli istituti sulle modalità di gestione delle sofferenze: «Presenza (e in caso affermativo, sintetica descrizione) di team/unità responsabili della gestione dei foreclosed asset (beni reimpossessati e rivenduti come ad es. leasing)». Poi viene acceso un faro sull’esperienza e background professionale dei membri del senior management delle banche: non ci sono verifiche sul singolo profilo (non vengono richieste le identità anagrafiche), piuttosto si fa luce su una visione di insieme . I vigilanti vogliono sapere la presenza di contingency resource planning (risorse e piani di emergenza) per le strutture delle npl unit. Nello specifico il team della Vigilanza sollecita di conoscere la segmentazione ed attribuzione delle pratiche di crediti deteriorati (account segmentation) all’interno delle strutture manageriali con riferimento alle tipologie di segmentazione per i portafogli npl retail e npl non-retail.

Poi la classificazione dei debitori in base ad una condotta più o meno collaborativa con la banca; in caso affermativo, l’istituto deve indicare se tale aspetto incide sulle opzioni di ristrutturazione offerte al cliente. Per la gestione delle posizioni, le banche devono comunicare le differenze di organici tra l’1 marzo 2013 e dicembre 2015, la differenza di posizioni scadute in questo periodo, i recuperi fatti nel 2014, il tempo medio di recupero. Infine sulle posizioni in forbearance (gestite con moratoria e dilazioni di rimborsi), una panoramica sul monitoraggio delle performance delle posizioni deteriorate. Con riferimento ai criteri di riclassificazione in bonis delle esposizioni oggetto di ristrutturazioni, se si applicano criteri di valutazione differenti: se sì l’istituto deve spiegarne le motivazioni. Possono esserci banche che fanno riferimento a criteri di classificazione, sotto un’ottica forbearance (tolleranza), dei crediti oggetto di disputa: è il caso per esempio di cause derivanti da anatocismo.
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