Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

L’analisi/ La grande incompiuta dell’Unione bancaria

di Angelo De Mattia
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Sabato 13 Aprile 2024, 00:08

Sono trascorsi dieci anni dal varo dell'Unione bancaria, ma l'attuazione del progetto, varato con un Accordo intergovernativo e non in applicazione del Trattato Ue che avrebbe previsto una opportuna realizzazione calibrata, è ancora parziale. Poichè le riforme debbono camminare sulle gambe delle persone, finora si possono rilevare limitati benefici. Dei cosiddetti tre pilastri del programma è stato realizzato quello che prevede l'accentramento nella Bce di una parte sostanziale della Vigilanza sulle banche, ma ancora in alto mare è un'adeguata disciplina della risoluzione degli istituti in crisi con l'introduzione di un adeguato Fondo di risoluzione e appare lontano il terzo pilastro, quello dell'assicurazione europea dei depositi bancari, particolarmente interessante per i risparmiatori e i cittadini in genere. In sostanza, si è attivata un'innovazione, con ciò inducendo a non sviluppare revisioni e modifiche nei singoli Paesi in queste materie, ma non si è avanzato a livello europeo.

Non si è più in una piena dimensione nazionale e non si è ancora in quella comunitaria nei settori indicati. Le resistenze di alcuni Paesi, in particolare la Germania e i propri " satelliti", nei confronti dell'adozione della garanzia collettiva dei depositi, con la pretesa che prima gli investimenti in titoli pubblici , oggi "risk free", siano invece contrassegnati da un coefficiente di rischio nei bilanci delle banche o di misure analoghe, tutte particolarmente dannose, bloccano la strada verso una comune assicurazione che rappresenterebbe un importante passo avanti nella mutualizzazione dei rischi. Quanto al Fondo di risoluzione, si è escogitata la proposta del ricorso al Meccanismo europeo di stabilità, il ben noto Mes, in funzione di paracadute perchè , data l'inadeguatezza della dotazione del Fondo in questione, il Mes, che può disporre di cospicue risorse, svolga una funzione di paracadute. In questo modo si è pensato anche di spingere per la ratifica, da parte del Governo italiano, delle modifiche al Trattato del Meccanismo, che costituisce, però, una questione complessa, da inquadrare in un più ampio ambito di innovazioni: innanzitutto, si richiederebbe il varo della predetta assicurazione dei depositi, abbandonando, da parte della Germania, la richiesta di cui si è testè detto.

Oggi, ci si pone l'obiettivo - condivisibile in quanto tale, ma tutto da valutare nella normativa, nei modi, negli strumenti e nei tempi - dell'Unione dei mercati di capitali.

Ma la solo parziale attuazione dell'Unione bancaria costituisce un ostacolo per procedere verso quest'altra Unione. In ogni caso, in queste riforme, progettate o non ancora, si prescinde da uno dei cardini dell'integrazione europea che è il principio di sussidiarietà , esplicitato sin dai Trattati di Roma, in base al quale ciò che può essere fatto a livello dei singoli Stati non va accentrato. La sua importanza è ravvisabile in molti aspetti, a cominciare dalla Vigilanza bancaria che, per una parte non secondaria, dovrebbe poggiare su di una supervisione di prossimità. Comunque, mentre queste riforme restano in mezzo al guado, la normativa regolatrice in materia bancaria di larga estrazione europea si caratterizza per stratificazioni e sovrapposizioni e avrebbe bisogno di un'opera di razionalizzazione e semplificazione, anche attraverso l'adozione di Testi unici, come chiede l'Abi con il presidente Antonio Patuelli. Un discorso similare vale per le Authority europee in materia di credito, risparmio e mercati per le quali sarebbe necessaria un'opera di accorpamento.

L'estensione della potestà normativa comunitaria ad altre branche del diritto, in particolare, commerciale, societario, fallimentare, per non dire di quello tributario, è connessa al tema della sovranità nazionale e al suo superamento che però si fondi su di una compartecipazione piena dei singoli partner all'esercizio di una più ampia sovranità, quella europea: una realizzazione niente affatto facile e che potrebbe e dovrebbe costituire un tema della prossima campagna elettorale. In definitiva, dopo dieci anni, si impone un esame a livello europeo degli ostacoli alla limitata attuazione dell'Unione bancaria e del principio di sussidiarietà, nonchè delle eventuali modifiche da apportarvi e del modo in cui procedere avendo sempre la bussola dell'interesse dell'area e dei cittadini.

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