L’economia in ripresa: le banche si blindano contro il rischio rapina

Svaligiato bancomat qua a poste villa raspa all'Arca. Nel palazzo hanno sentito botto verso le 4. Cia
di Paolo Mastri
3 Minuti di Lettura
Venerdì 12 Aprile 2024, 17:27

IL VERTICE

Ci sono mestieri avviati al declino. Prendi per esempio le rapine in banca: roba da polizieschi anni ’70 a giudicare dai dati dell’associazione bancaria. Colpi in deciso calo nell’ultimo decennio, anche da queste parti, addirittura quasi scomparsi a Pescara città, dove l’anno scorso c’è stato un solo «fermi tutti» allo sportello e neanche un assalto a sportelli bancomat. Non è un buon motivo per abbassare la guardia: è anzi l’occasione, soprattutto in considerazione della scossa all’economia locale che, dopo anni di rallentamento, arriverà dallo stimolo del Pnrr, per un giro di vite finale su un ramo di attività nel quale la criminalità locale non ha mancato di brillare in epoche più calde. I dettagli li spiega il protocollo siglato ieri dal prefetto Flavio Ferdani con Marco Iaconis, coordinatore dell’osservatorio di settore in seno all’Abi. Gli istituti bancari presenti sul territorio si impegnano ad attuare due misure di sicurezza passive principali e obbligatorie e almeno tre, a scelta, in un ventaglio secondario di venti opzioni. Il tutto concepito e messo a punto in base alle indicazioni concrete di Procura della Repubblica e forze dell’ordine.

GLI OBIETTIVI

Entro breve, ogni filiale si doterà quindi di impianto di videosorveglianza e casse contanti ad apertura ritardata, più misure di secondo livello che spaziano dalle bussole d’accesso ai banconi blindati, dal collegamento diretto con le sale operative alla vigilanza interna, dai dispositivi di tracciabilità al Lem per macchiare le banconote. Tutta roba già esistente nella maggior parte dei casi, ma con residue punte di scopertura sopratutto nelle filiali dei centri minori. E su questo le forze dell’ordine presenti all’incontro di ieri in prefettura, il questore vicario Sorgonà e i colonnelli Saitta ed Esposito per carabinieri e guardia di finanza, hanno posto un particolare accento.

Insieme alla richiesta di maggiore impiego della videosorveglianza interna: le rapine in banca sono considerati crimini professionali, dalla rapida identificazione dell’esecutore di un colpo può arrivare un aiuto prezioso anche su indagini relative ad altri casi.

«Indipendente dall’andamento concreto delle attività criminali - ha detto il prefetto Ferdiani - è importante contare su un protocollo che mira ad innalzare gli standard di sicurezza delle banche, a tutela degli istituti e anche di utenti e correntisti».

L’ANDAMENTO

Sul piano dell’analisi, dalle forze dell’ordine sono arrivate valutazioni chiare sulla flessione delle rapine in banca: minor circolazione del contante, buona copertura territoriale della videosorveglianza, ma anche oggettiva riduzione degli obiettivi a causa della rarefazione degli sportelli. Tutte condizioni che tendono a divaricare l’attività della malavita verso il crimine informatico o le rapine su strada, ai furgoni portavalori così come agli esercizi commerciali a più alto cash flow. Il vice sindaco di Pescara, Adelchi Suplizio, ha rivendicato l’efficacia del sistema di videosorveglianza del Comune, con ben 500 occhi elettronici collegati alla control room della polizia locale, dotata di un sofware in grado di legge e analizzare i dati delle targhe dei veicoli in ingresso in città. Oltre ad assicurare l’efficacia di una rete speculare di protezione telematica delle attività bancarie, Marco Iaconis ha confermato a nome di Abi la validità del protocollo di sicurezza, basato su accurate analisi dei fenomeni criminali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA