Ecco il Teatro romano riemerso dagli scavi. «Per Terracina è una rinascita»

Ecco il Teatro romano riemerso dagli scavi. «Per Terracina è una rinascita»
di Ranjitha Mancini
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Domenica 12 Novembre 2023, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 12:42

TERRACINA

Quella di ieri sarà una data difficile da dimenticare per i terracinesi. In una piazza del Municipio gremita di persone, il Teatro Romano è tornato a mostrarsi nella sua bellezza dopo 2000 anni. Presenti alla cerimonia di inaugurazione le autorità di Soprintendenza, Regione, Ministero, dell'amministrazione di Terracina e dei comuni limitrofi, e persino un ambasciatore dalla Norvegia. Assente invece il ministro Gennaro Sangiuliano. Una mattinata piena di emozioni, palpabili nelle parole del sindaco Francesco Giannetti, che ha avuto l'onore di raccogliere i frutti di un lavoro iniziato tanti anni fa. Una storia lunga e travagliata quella del teatro che, insieme all'Appia Antica e al Foro Emiliano, costituisce un'inestimabile eredità che dall'antica Roma è stata restituita alla città di Terracina.
Il risultato raggiunto è stato possibile solo grazie al contributo di tante persone, ognuna delle quali ha permesso di fare un passo in avanti nel percorso che ci ha portati fino ad oggi. Ne ha parlato con commozione l'europarlamentare Nicola Procaccini, ex sindaco della città, dedicando questo traguardo a tutte le vittime della tragedia che il 4 settembre 1943 vide crollare sotto i bombardamenti le case costruite al di sopra dell'allora quasi del tutto dimenticato Teatro Romano. Con la rimozione delle macerie, tornarono quindi a vedere la luce delle piccole porzioni della cavea. La Soprintendenza decise allora di acquisire la proprietà di quelle case, per riunire tutta l'area del Teatro in un'unica proprietà, sottoposta nei decenni successivi a delle indagini che hanno rivelato la presenza non solo della cavea ma anche del portico antistante. Il punto di svolta però si ebbe con l'intervento dell'amministrazione Procaccini, che intuì come con i giusti investimenti quei pochi reperti potevano tornare ad essere qualcosa di grande. Un percorso che l'ente da solo non era però in grado di intraprendere. E quindi, dal suo racconto, si riesce davvero ad immaginare l'allora sindaco che, accompagnato dal geometra Alberto Leone («un po' come Totò e Peppino» ammette con un sorriso Procaccini), dopo aver bussato a tutte le porte, si trovò nell'ufficio di una dirigente del Ministero. Dopo tante parole spese per convincerla, soltanto un poster raffigurante una foto scattata dall'alto con un drone e una ricostruzione di ciò che sarebbe potuto diventare il teatro riuscì a catturare la sua attenzione. Con il sostegno del Ministero, quindi, il Comune acquistò le case bombardate per poi demolirle.

LA SVOLTA

Con l'entrata in scena del soprintendente Francesco Di Mario, all'epoca delegato della Soprintendenza, il sogno è divenuto realtà, con uno scavo archeologico tutt'altro che semplice ma che è stato portato a termine in soli 5 anni. Un processo lungo e impegnativo, mostrato alle centinaia di persone accorse per l'inaugurazione grazie a due video realizzati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Soltanto al termine di queste proiezioni, il telo che dall'inizio della cerimonia aveva tenuto nascosto il Teatro Romano è stato rimosso, svelando la sua enorme bellezza. Istantanea la standing ovation della platea, i cui applausi hanno riempito la piazza per alcuni minuti. Uno stupore che è proseguito poi nell'assistere alla vera rifunzionalizzazione del Teatro Romano, che ha ospitato il concerto della Roma Tre Orchestra. Un evento unico, che non sarà l'ultimo hanno assicurato dalla Soprintendenza. Grazie alla collaborazione della Fondazione Città di Terracina, infatti, il Teatro Romano sarà presto aperto a tutti coloro che vorranno rivivere questo incredibile viaggio nella storia di Terracina.
Ranjitha Mancini
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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