Il lato oscuro della ginnastica ritmica italiana: commissariata l'accademia di Desio per violenze psicologiche

La decisione del presidente federale Tecchi arriva dopo le denunce da parte delle giovani ginnaste Nina Corradini e Anna Basta

Il lato oscuro della ginnastica ritmica italiana: commissariata l'accademia di Desio per violenze psicologiche
di Sergio Arcobelli
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Venerdì 4 Novembre 2022, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 16:20

Le denunce di violenze psicologiche presentate da ex ginnaste hanno portato ad una decisione forte: il commissariamento dell'Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio (Monza e Brianza). Le due atlete, Nina Corradini e Anna Basta (ieri hanno svolto i primi colloqui col Safeguarding Officer) sarebbero state vittime di soprusi e maltrattamenti in merito al loro peso, oltre ad essere umiliate dagli allenatori quando non svolgevano gli esercizi perfettamente, tanto da portare i genitori alla decisione di ritirarle dalla loro squadra. Alcune delle atlete avrebbero persino abbandonato il team alla vigilia delle Olimpiadi. Un caso di questa portata non poteva certo finire nel silenzio.

La vicenda è arrivata a Roma, dove ne hanno parlato l'altro ieri in un summit il Ministro dello Sport Andrea Abodi, il presidente del Coni Giovanni Malagò e quello della Federginnastica Gherardo Tecchi, d'accordo nel chiedere che si indaghi per scoprire la verità.

Quest'ultimo, però, dopo aver sentito il Consiglio federale con delibera d'urgenza, ha disposto il commissariamento dell'Accademia di Desio, il cuore della ginnastica ritmica italiana, dove si allenano tutti i giorni, 10 mesi all'anno, le farfalle della Nazionale.

Il commissario sarà il vicepresidente vicario Valter Peroni. In aggiunta, è stato disposto un duty officer, ovvero un ufficiale di servizio che una volta a settimana andrà a verificare la situazione delle ragazze. Per di più, sono stati stanziati 120 mila euro complessivi per il progetto di salvaguardia degli atleti della ginnastica. Ma le denunce si allargano a macchia d'olio e fanno parte di un quadro più ampio in cui parecchie ragazze o ex Farfalle della Nazionale Italiana hanno raccontato quello che accadeva dietro le quinte nel mondo della ginnastica ritmica.


A MACCHIA D'OLIO

 


Adesso, però, le denunce arrivano anche nel bresciano. È di questi giorni l'accusa depositata alla Procura di Brescia da parte della madre di due giovani sorelle ginnaste che ha denunciato presunte violenze psicologiche nei confronti delle figlie da parte degli allenatori. Le due ragazzine nel frattempo si sono ritirate. L'indagine coordinata dall'aggiunto Alessio Bernardi e dal Procuratore Francesco Prete, che non è conoscitiva ma ha un titolo di reato (maltrattamenti a carico di ignoti), è stata affidata alla Squadra Mobile. «Nessuno verrà lasciato solo. Nessuno verrà lasciato indietro. Tutti insieme per un trasformazione culturale».

Sono alcune delle frasi con cui si conclude la nota firmata da Paolo Principi e Michela Castoldi, consiglieri della Federazione Italiana Ginnastica. «Come rappresentanti degli atleti nel Consiglio federale della Fgi, seguiamo con estrema attenzione l'evolversi della vicenda. Noi siamo sempre schierati senza se e senza ma al fianco delle atlete. Ci sentiamo coinvolti in prima persona in questo momento di grande disagio: il loro dolore è anche il nostro dolore».


UNA RIVOLUZIONE CULTURALE

 


Inoltre, Principi e Castoldi ricordano che «sono già allo studio importanti iniziative e progetti da parte del Consiglio federale per creare degli strumenti che possano tutelare efficacemente tutti i ginnasti», oltre ad anticipare che «inizieremo anche un progetto di Athlete Empowerment, per guidare, con il nostro presidente e con la federazione, una vera e propria rivoluzione culturale, rivoluzione che non può più attendere». Infine, fanno un invito: «Tutte le ginnaste e i ginnasti devono sapere che avranno sempre nei rappresentanti degli atleti nel Consiglio federale nel suo insieme e negli organismi di tutela che esistono e che potenzieremo immediatamente (Procura federale e Safeguarding office, ndc), persone pronte ad ascoltarli e ad intervenire».

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