Colpo di scena a Teatro: ecco il vero volto di Giulio Cesare

Ieri l'inaugurazione del teatro romano di Terracina
di Riccardo De Palo
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Domenica 12 Novembre 2023, 12:34

L'EVENTO

Il vero voto di Giulio Cesare - ricostruito grazie alla magia dell'intelligenza artificiale - è stato il colpo di scena della solenne inaugurazione, ieri a Terracina, del Teatro Romano che è tornato finalmente alla luce, e alla pubblica fruizione, insieme a reperti unici. Una cavea con duemila anni di vita alle spalle, che ora diventerà un nuovo motivo di attrazione per i turisti che affollano il territorio pontino. Il Soprintendente Francesco Di Mario ha illustrato tutto il lavoro fatto per arrivare a questo risultato, dopo una campagna di scavi durata cinque anni, che ha permesso di riportare alla luce un teatro dalla caratteristiche uniche.

LA STORIA

Anche la storia di questo antico monumento è molto particolare. Sono stati i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale a far riaffiorare per la prima volta questa struttura molto ben conservata, al di sotto di stratificazioni medievali e moderne. Il buono stato, paradossalmente, è dovuto al fatto che il teatro ha fatto da basamento alle costruzioni sopraggiunte in seguito e proprio questo è stato possibile il recupero delle strutture archeologiche e di altri elementi della configurazione urbana antica.
Ma la caratteristica più peculiare è anche la costruzione "alla greca", vale a dire considerando il paesaggio naturale, come scenografia della rappresentazione. È per questo che la cavea è, informa il ministero della Cultura, «insolitamente addossata al declivio della collina e non costruita su arcate che, in genere, ospitavano attività legate all'afflusso degli spettatori».
Oggi, la struttura del teatro - che un tempo era caratterizzata da un porticus post scaenam, lambisce con i resti del suo colonnato la parte settentrionale della piazza del Municipio. Ma questo sito archeologico ha anche restituito un deposito ricco di reperti ben conservati, come due basi marmoree dedicate ai figli adottivi di Augusto, i nipoti Gaio e Lucio. La città aveva elevato loro come propri patroni, e aveva anche eretto i loro simulacri, dopo la morte dei due giovani, sistemati proprio in luogo dei posti a loro solitamente riservati, nelle prime file della cavea.

I CAMBIAMENTI

Grazie anche al lavoro del Cnr, i cittadini intervenuti hanno potuto vedere le immagini di quanto è stato fatto nel tempo, e come è cambiato l'aspetto del Foro, con un time lapse che ha rappresentato un vero viaggio nella storia. Il soprintendente Di Mario ha potuto mostrare anche la testa di una statua, tra i tanti reperti ritrovati sul luogo; ma non di una statua qualsiasi, bensì quella di Giulio Cesare. Grazie a questa statua, è stato possibile ricostruire una immagine digitale del generale, triunviro e dittatore romano. Un ritratto davvero unico, visto lo stato di conservazione, che ha consentito di eseguire una ricostruzione fotografica. Il ritratto si potrà visitare nel vicino Capitolium, vicino a quelli di Livia e Gaio.
«È stata una grande emozione - ha detto il soprintendente - restituire questo Teatro alla sua Città, riunirlo finalmente al Foro.

Un lavoro complesso, con la cavea che è stata riportata al suo aspetto originale riposizionando ciascuno dei blocchi calcarei, le sedute per gli spettatori, che nel corso del tempo erano stati asportati. Un Teatro straordinario per la sua interezza, che tra i tanti regali ci ha donato anche questo ritratto unico di Giulio Cesare, di cui sicuramente si parlerà nel mondo».

EMOZIONE

Ma un altro momento di grande emozione è stato quando la piazza ha intonato il conto alla rovescia e ha assistito alla caduta del velo che separava il Teatro Romano dal Foro Emiliano, tra gli applausi della gente. «L'emozione è stata davvero tanta - ha detto l'Assessore alla Cultura e ai Grandi Eventi Alessandra Feudi - ogni giorno abbiamo visto rinascere il nostro Teatro pezzo dopo pezzo, ma vederlo svelato oggi, e vedere i tanti spettatori nella cavea, seduti come accadeva 2000 anni fa, è stato qualcosa di indescrivibile. Sono davvero contenta di aver visto la grande partecipazione e il grande entusiasmo dei tantissimi presenti».
Emozionato anche il sindaco di terracina, Francesco Giannetti, che ha parlato di «una giornata che non si può dimenticare»: «La mia formazione di architetto mi permette di dire, senza tema di smentita, che il nostro Teatro è un gioiello prezioso e straordinario che va ad unirsi all'immenso patrimonio della nostra Città».

LA FESTA

Primo evento, dopo duemila anni, di questo Teatro tornato a nuova vita è stato il concerto organizzato dalla Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina con la Roma Tre Orchestra che ha iniziato la sua esibizione con l'Inno d'Italia. Il dado è tratto, avrebbe detto Cesare.
Riccardo De Palo
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