Rolex, l'architettura che inventa le ore

Rolex, l'architettura che inventa le ore
di Paolo Gobbi
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 13:26
Come tutti ben sanno l'architettura è il luogo in cui converge un'ampia gamma di discipline che abbinano visione artistica ed eccellenza tecnica. La stessa cosa accade in orologeria, dove la forza del design deve riflettere al meglio la passione per la precisione, le prestazioni e l'estetica.
In pratica, entrambe si basano sulla ricerca dell'armonia tra la forma e la funzione, ed è per questo motivo che la Casa ginevrina nel corso degli anni ha stretto solidi legami con i più famosi architetti, cui ha commissionato la progettazione dei propri edifici nel mondo intero.

LA RICERCA

Dal 2014 è partner esclusivo e orologio ufficiale della Biennale Architettura, a dimostrazione della valenza dell'architettura nella nostra vita e dell'impegno dell'azienda nei confronti dell'eccellenza, sia nel design che nella sostenibilità. Perfetto esempio della ricerca sulla forma estetica è il nuovo Perpetual 1908, modello elegante, classico, ma con una tecnologia meccanica e costruttiva ai massimi livelli. Il suo nome evoca l'anno in cui Hans Wilsdorf ha inventato il nome Rolex per firmare i suoi segnatempo e ha registrato il marchio in Svizzera. Tornando all'architettura, il padiglione Rolex all'interno dei Giardini, testimone della partecipazione del marchio, ha ospitato nel corso degli anni diverse mostre correlate alla passione di Rolex per l'architettura e per la trasmissione della conoscenza. Nelle passate edizioni sono stati esposti i lavori dei maestri e degli allievi nell'ambito dell'omonima iniziativa di Rolex, cosi come gli edifici del marchio a Dallas e Milano progettati rispettivamente dall'architetto Kengo Kuma e dallo Studio Albini. Il design del padiglione, che ricorda la lunetta zigrinata, che è la firma estetica visibile su alcuni degli orologi iconici del marchio, ne sottolinea ulteriormente l'indissolubile legame. L'edizione di quest'anno, intitolata "The Laboratory of the Future", a cura dall'accademica ghanese-scozzese Lesley Lokko, pone per la prima volta l'Africa al centro della scena. Oltre la metà dei partecipanti sono artisti africani e della diaspora. Il loro lavoro si ricollega all'impegno per la questione della decolonizzazione e della decarbonizzazione per un futuro più ecologico e sostenibile.

IL LABORATORIO

«L'Africa è il futuro - afferma Lesley Lokko - abbiamo pensato alla mostra come a un laboratorio dove gli architetti e i professionisti di diverse discipline creative possano estrapolare esempi dalle loro pratiche contemporanee per tracciare un percorso a beneficio del pubblico».
Rolex sostiene anche Carnival, un ciclo di sei mesi di eventi, conferenze, tavole rotonde, film e spettacoli, che esplorano i temi della Biennale Architettura 2023, contribuendo così a creare un legame più solido tra architetti e pubblico.
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