«Ma tu che bisogno hai dell'orologio? » Quante volte ci siamo sentiti ripetere questa frase? Quante volte, mentre indossavamo il nostro piccolo dinosauro meccanico al polso, siamo stati quasi scherniti perché non ci eravamo piegati alla lettura dell'ora sullo smartphone, sul computer, sul cruscotto dell'auto, persino sul frigorifero oppure sul telecomando dell'aria condizionata?
In realtà, a dispetto della massificazione dell'informazione oraria, il tradizionale orologio da polso mantiene ancora oggi un'inarrivabile funzionalità e immediatezza nell'utilizzo. Ma non è tutto. In un momento dove "green" sembra essere diventata la parola d'ordine per qualsivoglia oggetto venga costruito, l'orologio meccanico si presenta "da sempre" come lo strumento ecologico per eccellenza: non utilizza batterie, in quanto l'energia viene fornita dal movimento del polso oppure da una carica manuale; ha una durata pressoché eterna e può essere riparato infinite volte. Se a questo aggiungiamo il fatto che anche il ciclo produttivo sta diventando sempre più ecologico, spesso ad impatto zero, ci accorgiamo che per l'ambiente le lancette tradizionali sono la scelta più saggia.
Se invece lo guardiamo per il suo valore intrinseco, messa da parte la vena di follia che aveva trasformato negli ultimi anni una cerchia ristretta di modelli blasonati in dei puri oggetti da speculazione, non possiamo fare a meno di evidenziare come la quotazione economica dei segnatempo subisca meno di altri beni "mobili" l'inclemenza del passare degli anni.
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