Sul mercato italiano, affondato dalla crisi più grave dal dopoguerra, pesa la flessione record dell’abbigliamento e delle calzature (-10,2%), un tempo segmenti trainanti del sistema moda di casa nostra. Complessivamente il fatturato delle aziende del settore frena del 4,7%, sostenuto solo in parte dalla tenuta dell’export (+0,7%) che, nel 2012, fuori dall’Unione Europea ha accelerato del 6,4%. I dati sono stati resi noti da Sistema Moda Italia in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Nello specifico, il vestiario made in Italy continua ad essere molto apprezzato a livello internazionale, come conferma un incremento delle esportazioni pari al 3,2%. A questo risultato fa da contraltare il calo del 3,6% registrato dall’export del tessile, mai così lontano dai livelli di prima della crisi. I Paesi in cui la moda italiana continua a farla da padrona sono la Cina, con esportazioni in aumento del 18,7%, Stati Uniti (+17,3%), Giappone (+16,8%) e Russia (+10,9%). Nei giorni scorsi anche Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia, ha lanciato un grido d’allarme per la caduta generalizzata dei consumi di moda, abbigliamento e calzature. Commentando il crollo del reddito degli italiani, tornato praticamente alla metà degli anni Ottanta, Borghi ha sottolineato come, anche nel 2013, le prospettive del mercato interno si stanno confermando fortemente negative.
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